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Un momento della partecipata assemblea che si è svolta l’altra sera al circolo Garibaldi di Pistoia su iniziativa del Comitato
"La Conferenza dei servizi non può avere che un esito negativo: al contrario sarebbero evidenti forti rischi per danni ambientali ed erariali". Questo, sull’impianto a fune con partenza Doganaccia, l’appello del Comitato “Un altro Appennino è possibile-Versante toscano” dopo la partecipata assemblea che si è svolta a Pistoia al Circolo Garibaldi. "Il contrasto con le normative continua a essere tale – spiega il Comitato in una nota – da non consentire alcuna mitigazione né modifiche che possano rendere fattibile il progetto". Disco rosso da una assemblea alla quale hanno partecipato, con critiche negative, esponenti della sinistra pistoiese. "Presenti – fa sapere il Comitato – anche consiglieri provinciali sia di maggioranza sia di minoranza, intervenuti per ribadire con decisione le evidenti contraddizioni del progetto". Ciò che continua a non convincere è la riconvocazione, da parte della Provincia, di una nuova Conferenza, stavolta in presenza, prevista per lunedì 10 febbraio. Il Comitato ha sintetizzato la vicenda come: "Un impianto che nonostante il nome ambizioso non arriverebbe nemmeno al lago Scaffaiolo, obbligando chi volesse raggiungere gli impianti emiliani a sobbarcarsi un faticoso cammino con scarponi e sci sulle spalle. Una follia". Ha ricordato il costo del progetto (“circa 16 milioni di euro, già insufficienti”) e le spese già sostenute per gli studi preliminari (“a oggi 717 mila euro”). Ventuno i rilievi critici per evidenziare i contrasti a leggi e norme: "Contrasti soprattutto di impatto ambientale – prosegue il Comitato – che hanno impedito l’approvazione del progetto e che, tuttora esistendo, non si capisce come potranno essere superati nella nuova Conferenza".
Dal Comitato ipotesi diverse per l’uso dei fondi: rimodernamento degli impianti di risalita e ricostruzione del tratto Doganaccia Croce Arcana. E’ stato anche illustrato un progetto di Regione Emilia Romagna che ha destinato 100 milioni alla montagna, di cui 13 all’Appennino Bolognese per le aree interne. "Sarebbe utile – conclude – se le norme lo consentono, che le sedute della Conferenza si svolgessero in modo aperto e potessero essere in streaming".