VALENTINA CONTE
Cronaca

"La responsabilità delle istituzioni nella difesa dei valori democratici: trasparenza e rispetto per la fiducia dei cittadini"

Il 25 Aprile è la festa della liberazione dal nazifascismo ed è difficile pensare che ci siano persone dotate di raziocinio e cuore che non condannino quel periodo

Pistoia, 28 aprile 2024 – Foto: un uomo coperto da tuta e maschera disinfesta un luogo. Scritta: «Quando è appena terminata la manifestazione del 25 Aprile». Firma: Giacomo Melosi. Tempo per far scattare la polemica: quello necessario a leggere la ‘storia’ che il consigliere comunale di Fratelli d’Italia a Pescia ha pubblicato sui propri social. Il grande equivoco è che il 25 Aprile sia una festa di sinistra e appannaggio del movimento partigiano. Certo lo è, ma è molto di più. Il 25 Aprile è la festa della liberazione dal nazifascismo ed è difficile pensare che ci siano persone dotate di raziocinio e cuore che non condannino quel periodo, l’orrore di quel tempo e che non sappiano quanto ci degradi e ci avvilisca la rinuncia alla libertà.

I nostri valori di libertà e democrazia hanno origine proprio in quella data. Anche i valori antifascisti. Tutto il resto è una strumentazione politica, tipica delle dinamiche italiane. Certo è che un simile post non fa che dare sponda a chi, equivocando o strumentalizzando, ritiene che ‘destra’ equivalga a fascismo. Tuttavia, non si può derubricare il tutto a una goliardata, come qualcuno ha definito quella ‘storia’ che per la sua natura social aveva ventiquattro ore di vita. E le reazioni di indignazione che continuano ad arrivare lo dimostrano. Una goliardata è un atto scherzoso, magari eccentrico o ribelle o provocatorio posto in essere da studenti o goliardi: può esserlo una vignetta su una festa così simbolica e rappresentativa di quella libertà di cui noi tutti godiamo come il 25 Aprile? Può esserlo se ‘firmata’ da chi riveste cariche pubbliche? Le istituzioni hanno un ruolo importantissimo anche nella comunicazione, sia essa social o istituzionale.

A loro è richiesto di garantire sempre il rispetto dei valori democratici, è chiesto di non voltarsi dall’altra parte dinnanzi ad accadimenti che potrebbero rivelarsi controproducenti per la propria immagine. Alle istituzioni pubbliche è richiesta – dall’etica, ma anche dalla legge – la corretta, veritiera e tempestiva informazione, la trasparenza e il rispetto dei valori della democrazia: i cittadini hanno il diritto di essere informati e di partecipare attivamente alla vita democratica. E per farlo, devono sapere. Troppo spesso questo non accade.

Alle domande ‘scomode’ - diritto anche questo garantito dai valori democratici della nostra Costituzione e delle nostre leggi - viene risposto spesso con silenzi, talvolta urla o addirittura con la richiesta di non porre quesiti, nella errata convinzione che il silenzio annulli le domande, ristabilisca l’ordine e l’immagine, mentre provoca soltanto smarrimento e fa sentire vivida la contraddizione che c’è fra le promesse e i fatti. Il ruolo pubblico non conosce tregua e, fra i tanti onori, ha anche oneri, compreso quello di avere senso di responsabilità, unico modo per garantirsi la credibilità e la fiducia dei cittadini nei confronti delle istituzioni stesse.