Una scuola a impatto zero dovrebbe essere vicina a un parco come quello di Carabattole. E’ la conclusione degli studenti del Capitini che hanno partecipato al progetto "SosTenibilità: Mi impegno", finanziato dal Pnrr, per valorizzare le discipline Stem (scienza, tecnologia, ingegneria, matematica) con didattiche nuove. Prima di Natale, a Carabattole, alcuni studenti della prima e seconda Afm hanno presentato al sindaco Luca Benesperi e alla dirigente Marina De Somma il loro lavoro. Il percorso, guidato dalle professoresse Lelli e Nista (docenti di matematica, scienze della Terra e biologia) è stato di nove incontri extracurricolari. Prima fase: analisi dei dati essenziali della bolletta elettrica della scuola, rappresentati con grafici e calcolando la quantità di Co2 emessa per il consumo annuale di energia elettrica. Seconda fase: gli alunni, con le docenti, si sono recati a Carabattole per misurare circonferenza e altezza degli alberi, così da determinarne il volume e la quantità di Co2 assorbita. Per le misurazioni hanno utilizzato l’app Globe Observer, sviluppata dalla Nasa, che aderisce a un progetto di "Citizen science". "E possibile – spiegano le docenti – inviare le misurazioni direttamente alla Nasa, permettendo a chiunque di fare osservazioni ambientali che integrano quelle satellitari, quindi contribuire direttamente alla ricerca scientifica". Terza fase: commento dei valori ottenuti confrontando la quantità di Co2 emessa per la produzione dei kWh consumati dalla scuola con i kg di anidride carbonica che gli alberi analizzati possono assorbire. "Pur tenendo conto delle approssimazioni – rilevano le docenti –, i ragazzi sono giunti alla conclusione che una scuola a impatto zero dovrebbe avere vicino un parco come quello di Carabattole". Gli studenti hanno realizzato piccoli pannelli interattivi, poi attaccati sugli alberi esaminati: attraverso un Qr code permettono a tutti di avere indicazioni sulla quantità di Co2 assorbita dalla pianta. Gli alunni hanno dato il loro contributo per ridurre il fenomeno della plant blindness (incapacità di riconoscere la vitale importanza delle piante), e ribaltare il paradigma che le vorrebbe relegate a un anonimo "sfondo verde".
Piera Salvi