"La scuola ci ha mostrato il senso della vita"

Dall’ultimo giorno all’Inapli non si erano più rivisti. Dopo sessant’anni si sono ritrovati a cena. Il racconto di Remo Fattorini

"La scuola ci ha mostrato il senso della vita"

Gli ex studenti dell’Inapli, e il professore,. si sono riabbracciati dopo sessant’anni

Sessant’anni fa si erano diplomati all’Inapli, l’Istituto nazionale per la formazione dei lavoratori dell’industria. Era in via Tripoli. Il 6 settembre, a La Casetta di Pian di Novello, Luciano Lombardi, Franco Olivari, Giulio Signorini, Renato Giani, Franco Valdiserri, Remo Fattorini e il professor Renzo Fagioli, si sono ritrovati. Ed è Remo che ci racconta quell’incontro.

"Ci siamo persi di vista l’ultimo giorno di scuola, per ritrovarci, da pensionati, dopo 60 anni. Nessuno di noi aveva paura di sentirsi invecchiato o di fare confronti sulla propria carriera rispetto agli altri. Avevamo solo voglia di rivederci e riabbracciarci, curiosi di scoprire cosa avrebbe provocato quell’incontro. La nostra era una scuola professionale, una di quelle che oggi non esistono più. Si studiava e si lavorava in officina. Imparavamo la Costituzione accanto alla trigonometria, le leggi della fisica insieme alla tecnologia dei materiali e al disegno tecnico. Al contempo, ci insegnavano la differenza tra la filettatura metrica e quella whitworth, come usare il tornio, la fresatrice, il pantografo e il trapano. Una scuola che formava elettrotecnici e congegnatori meccanici: un mestiere dalle mille sfumature, che richiedeva una solida preparazione e un’attitudine ai lavori di precisione, oltre a una notevole abilità manuale. Abbiamo condiviso professori geniali, nevrotici, iperattivi e anche un po’ scoglionati. Tre anni vissuti intensamente, poi ognuno ha preso la propria strada. Era il 1967: si respirava un’aria di speranza, anni ricchi di opportunità. Finita la scuola, ci siamo tuffati in quel mondo in ebollizione, inseguendo sogni, amori e aspirazioni. Ma da allora non ci siamo più rivisti. Poi, un sabato di fine agosto, mi arriva un messaggio da parte del nostro professore, quello geniale. Era un invito. Una piacevole e inaspettata sorpresa che ha riacceso ricordi e curiosità: “Chissà cosa avranno combinato in tutti questi anni Luciano, Franco, Giulio, Renato, Renzo...”.

"“Caro ex studente – mi scrive il prof – i tuoi vecchi compagni hanno organizzato un revival e hanno invitato anche il sottoscritto. L’incontro si terrà all’albergo-ristorante ‘La Casetta’, immerso nella fresca boscaglia di Pian di Novello. L’albergo è delizioso e la cucina è stellare. Ti aspettiamo”. Rispondo al volo: “Ci sarò”. In effetti ‘La Casetta’ è davvero un posto magico. Un luogo dell’anima. L’ideale per riposare e ritrovare se stessi, tra il silenzio, l’aria profumata e il cibo di qualità che Silvana e Luciano sfornano con passione e abilità. L’incontro era riservato agli allievi che arrivavano a Pistoia dalla montagna: Casotti, Cutigliano, Mammiano, San Marcello e Porretta. Io, l’unico intruso, abitavo a Groppoli, a due passi dalla città. Secondo il nostro professore, loro erano più bravi e motivati. Forse perché animati da una forte voglia di riscatto o perché la vita di montagna li aveva già temprati alla fatica. Come eravamo e come siamo diventati dopo 60anni? Una domanda ci tormentava un po’ tutti: riusciremo a riconoscerci? In realtà non è stato difficile. E’ stato sufficiente cogliere i dettagli, i toni di voce, gli sguardi, i gesti. Tutto è stato naturale, facile e piacevole.

"La serata è trascorsa via leggera, tra ricordi lontani, episodi personali e collettivi, l’immancabile gita di classe e un pizzico d’ironia sui professori. Il nostro prof preferito ci ha tempestato di domande: anche lui curioso di conoscere cosa avevamo combinato. Così ognuno ha raccontato il proprio percorso, le opportunità mancate e quelle colte. Alla fine, per tutti la vita è stata generosa. Parte del merito va proprio a quella scuola, in particolare al nostro professore geniale, che non si è limitato a insegnarci la matematica, la fisica e il disegno tecnico, ma ci ha coinvolto, stimolato, parlando dell’attualità, dei segreti della vita, dell’importanza di prestare attenzione alle cose e alle persone. In fondo, ci ha mostrato la strada per comprendere il senso della vita e su come affrontarla. Così da ragazzi siamo diventati grandi, poi adulti, e oggi ci siamo ritrovati pensionati, pieni di progetti e sogni ancora da realizzare".