Dalle polveri dell’archivio di Sambuca Pistoiese riemerge la storia della famiglia Levi. Una vicenda drammatica, quasi dimenticata, che si svolge sui crinali a cavallo di Emilia e Toscana durante la seconda guerra mondiale e che affiora in occasione del ’Giorno della memoria’ per le vittime dell’olocausto. Le vicissitudini di questa famiglia sono state approfondite dallo storico Mario Daghini, pistoiese di origini bolognesi, che ha condotto la ricerca a partire da alcuni documenti. "Mi sono imbattuto in una velina che parlava dei Levi – racconta Daghini – mentre facevo delle altre ricerche nell’archivio comunale di Taviano. Da lì ho approfondito ed è emersa questa vicenda, in parte ricostruita grazie al memoriale di Luciano Levi reperibile in rete. Per gli aspetti più locali sono stato aiutato da Edgardo Ferrari con cui abbiamo svolto molte indagini sul campo".
Questa storia racconta come le istituzioni religiose locali seppero offrire accoglienza a persone minacciate dai tedeschi, senza distinzioni di religione ed appartenenza politica. Angelo Levi, di religione ebraica, la moglie Norma Lavagnoli, cattolica, e i loro figli Walter, Luciano ‘William’ e Giuditta raggiungono Porretta Terme il 5 ottobre 1943 da Mantova, per sfuggire alla deportazione. I Levi, che avevano frequentato la cittadina termale per un soggiorno curativo prima della guerra, vengono accolti dai frati del convento francescano di Porretta Terme. La famiglia è costretta a dividersi: Luciano e Walter restano dai frati mentre gli altri si trasferiscono presso le suore di Sambuca pistoiese. Presto però anche Porretta Terme diventa insicura per gli ebrei clandestini: l’hotel Helvetia diventa il quartier generale delle truppe naziste e Luciano e Walter finiscono a Borgo Capanne. La parrocchia dei Santi Giovanni Battista e Paolo in quegli anni è guidata da Don Giacomo Ricci, conosciuto da tutti come ‘Don Jimmy’. Il parroco è nato in Illinois nel 1910, in USA ha maturato palesi tendenze democratiche che lo porteranno ad accogliere in canonica ebrei, partigiani e renitenti alla leva. Lo stesso Don Jimmy finisce nell’occhio del ciclone, nel 1944 sfugge per un soffio alla fucilazione. I fratelli Levi sono costretti a fuggire di nuovo. Il resto della famiglia rimane a Sambuca dove il padre si reinventa prima raccoglitore di castagne e poi ciabattino. Luciano e Walter, dopo aver rischiato più volte la cattura, si danno alla macchia e entrano a far parte della brigata "Matteotti montagna".
Fabio Marchioni