GABRIELE ACERBONI
Cronaca

La Tari schizza alle stelle . Le imprese sono sotto pressione: "Paghiamo per smaltire altrove"

Ad intervenire sui nuovi rincari è Confindustria Toscana Nord con il presidente Daniele Matteini "Le mancanze riguardano soprattutto gli impianti finali, quelli che dovrebbero chiudere il ciclo".

Daniele Matteini, presidente Confindustria Toscana Nord

Daniele Matteini, presidente Confindustria Toscana Nord

La Tari schizza in alto, non solo a Pistoia ma anche in altri capoluoghi. E così Confindustria Toscana Nord alza la voce. "La tassa sui rifiuti non riguarda solo le famiglie, ma anche le imprese – ricorda l’associazione –: accanto ai rifiuti speciali generati dalle aree produttive, la cui raccolta e smaltimento è a totale carico (gestionale ed economico) delle imprese stesse, queste ultime sono anche assoggettate alla Tari per la parte di rifiuti assimilati agli urbani. Gli aumenti, quindi, impattano anche sulle imprese, in un momento in cui proprio niente viene loro risparmiato: dai dazi statunitensi, per quanto a ora sospesi, ai costi energetici, dal ristagno dei consumi a forti problemi di concorrenza internazionale". E sul banco degli imputati, secondo Confindustria, c’è sempre ("perennemente irrisolta") la carenza in Toscana di impianti finali di smaltimento dei rifiuti.

"È bene precisare che le manchevolezze che si registrano riguardano soprattutto gli impianti finali, quelli che dovrebbero chiudere il ciclo di vita dei materiali non riciclabili o comunque non riciclati - precisa il presidente di Confindustria Toscana Nord Daniele Matteini -. Cioè i termovalorizzatori o altre tipologie di impianti di prossimità che segnino la chiusura del ciclo dell’economia circolare. Per ora in Toscana abbiamo visto, recentemente, solo impianti per il trattamento intermedio dei rifiuti, impianti quindi che si limitano ad affinare la selezione dei materiali e a renderli disponibili per i passaggi successivi, riciclo o smaltimento che sia. Ma poi i materiali da smaltire dove vanno – si domanda Matteini –?

Come sempre in giro per l’Italia e per l’Europa, con costi ingenti e impatti ambientali. Noi tutti, cittadini e imprese della Toscana, paghiamo salato lo smaltimento dei nostri rifiuti presso impianti di altre regioni e nazioni che con quel materiale producono energia. Energia che sarebbe tanto utile anche a noi: il danno e la beffa".

"Gli aumenti della Tari che si registrano attualmente nella nostra area non vengano motivati espressamente con oneri crescenti di smaltimento – conclude Confindustria –: tuttavia il problema è quello. Il Piano rifiuti della Regione Toscana prevede nei prossimi anni necessità di smaltimento più contenute in conseguenza di una crescente percentuale di riciclo da differenziata, ma sono conti che tecnicamente non tornano. La termovalorizzazione in Toscana è intorno al 10%, contro il 25% europeo. Il piano punta ad arrivare al 65% di riciclo nel 2030: posto il 10% che potrà continuare ad andare in discarica, l’ulteriore 25% da termovalorizzare o da smaltire avrà una sorte ignota".