Il tempo che stiamo vivendo, spesso pecca di superficialità e improvvisazione, il libro "Il Cristo della domenica" di Luca Bertinotti e Margherita Melani, prendendo inconsueto spunto dal terzo comandamento: "Ricordati di santificare le feste", accompagna il lettore lungo sentieri ormai noti solo ai cristiani praticanti, e probabilmente nemmeno a tutti. L’ambizione è quella di gettare un ponte "tra storia dell’arte e riflessione contemporanea", senza voler dare istruzioni su cosa fare della propria vita, ma ricordando che la domenica cristiana è il giorno dedicato al Signore prima che alla gita fuori porta.
Oggi pomeriggio, sabato 16 novembre, alle ore 17, la Biblioteca del Convento di San Domenico, a Pistoia, ospiterà la presentazione del libro, la cui prefazione è stata affidata all’abate Bernardo Gianni dell’Abbazia di San Miniato al Monte. La presentazione, guidata da padre Alessandro Cortesi e con la partecipazione del professor Giampaolo Francesconi, storico medievalista e presidente del Centro Italiano di Studi di Storia e d’Arte, offre un’occasione unica per avvicinarsi a un’iconografia poco conosciuta che unisce rigore storico e attenzione antropologica a un messaggio, auspicabilmente, capace di trovare adeguata comprensione anche nel terzo millennio. L’iconografia descritta nel volume, edito dall’Associazione ‘9cento, supportato da una stampa di ottima qualità, è connotata dalla presenza, pressoché costante, di attrezzi da lavoro che, con una certa frequenza trafiggono Gesù.
Questa presenza non deve però trarre in inganno, il significato della domenica come giorno di riposo, si contrappone di fatto all’uso consumistico o godereccio che ha assunto da ormai molti anni a questa parte. Il libro, lungi da dare indicazioni comportamentali, salvo quella di osservare e quindi pensare, si fa forte di un lavoro di ricerca certosino quanto puntuale, probabilmente superando con fatica gli scogli rappresentati dal fatto che la gran parte delle opere non è riconducibile a autori di cui si conoscano i trascorsi.
Il volume esplora il tema iconografico del "Cristo della domenica", soggetto poco noto, raramente studiato sebbene sia stato ampiamente diffuso tra il Trecento e il Cinquecento in varie aree d’Europa. Gesù è simbolicamente circondato da strumenti di lavoro, spesso trafitto dagli attrezzi stessi, e in alcuni casi è circondato da scene che evocano attività lavorative o momenti di vita quotidiana.
Infine: "Una caratteristica distintiva di queste raffigurazioni – come spiegano Luca Bertinotti e Margherita Melani – è l’inclusione di strumenti da lavoro (martelli, asce, seghe), che simboleggiano le fatiche della settimana e, se usati nei giorni festivi, il rischio di profanare la sacralità del tempo donato da Dio".
Andrea Nannini