PIERA SALVI
Cronaca

L’addio con un coro di voci: "Dalla terra al Cielo"

I volti di cinquant’anni sul palcoscenico si sono riuniti per salutare Franco. C’erano tutti gli artisti che hanno lavorato accanto a lui nel Gad Città di Pistoia.

Una delle ultime immagini, scattata nella sua casa, con il suo gilet preferito

Una delle ultime immagini, scattata nella sua casa, con il suo gilet preferito

Ieri, nella chiesa di San Paolo, con i familiari, parenti e amici, c’era la storia del Gruppo Arte Drammatica Città di Pistoia. Tanti i volti commossi di chi ha vissuto la straordinaria esperienza teatrale sotto la guida di Franco Checchi, da chi ne ha fatto parte tanti anni fa e negli ultimi anni. La celebrazione liturgica, officiata da don Ugo Feraci, è stata come l’ultimo spettacolo di Franco Checchi su questa terra. Solo che lui, questa volta, è rimasto in silenzio. Il canto di Daniela Dolce, la musica di Quirino Trovato e Savino Pantone, che hanno collaborato con Checchi, le numerose testimonianze di attori e attrici del Gad e lettura di poesie. Al termine, tutti insieme, hanno cantato un brano da "L’Opera da tre soldi" uno degli spettacoli più cari a Checchi, tra quelli prodotti dal Gad in oltre cinquant’anni di attività.

Per la famiglia, hanno rievocato gli indimenticabili momenti di quotidianità Gaia Angeli e Manuel Dolfi. Don Ugo Feraci ha messo in evidenza due aspetti che legano la scomparsa di Franco Checchi, attore e regista che per più di mezzo secolo si è dedicato al teatro come una vera missione. Il primo è la recente donazione di Checchi alla Misericordia di Pistoia: il Cristo Crocifisso, realizzato nel 1992 dall’artista Flavio Bartolozzi per la "Via Crucis" messa in scena dal Gad Città di Pistoia e collocato nel cimitero della Misericordia. Il secondo, i giorni della Settimana Santa.

"Un circuito vita-teatro, il passaggio dalla terra al cielo – ha detto don Ugo – immersione drammatica nella passione di Cristo. Il teatro entra nelle vite degli altri. Fa bene interrompere le nostre vite per entrare in un altro tempo. Chiediamo a Dio di donare a Franco la pace che dura nell’eternità".

Il teatro fa vivere tante vite e accende le luci, Franco continuerà ancora a "puntare le luci" su chi lo ha tanto amato. Numerose le testimonianze e i ringraziamenti. "Dobbiamo sempre ringraziare Franco. Il sipario si chiude per sempre, ma resterà nei nostri cuori".

E’ stato ricordato come "figura insostituibile a livello locale e nazionale" per avere calcato il palcoscenico con "talento e generosità, formando tanti giovani attori" e per la sua memoria "viva e brillante". C’è chi, arrivata a Pistoia da altre città, è stata accolta vivendo una straordinaria esperienza di "teatro e di amicizia pura e sincera". La perdita di Franco è "qualcosa che si stacca da noi, ma lui ha generato vita attraverso i suoi spettacoli". Ha consentito a tantissimi di provare quell’emozione unica che solo l’attore può provare prima che il sipario si apra. Francho Checchi è riuscito a rendere reali i sogni di tanti giovani. "Nel teatro ha realizzato il suo sogno, ma ha permesso a tanti altri di realizzare i loro sogni". Per qualcuno dei suoi attori è stato "la persona più importante della mia vita".

"Era generoso, schietto, non era perfetto, ci litigavo – ha ricordato piangendo un attore – e proprio per questo ho capito che sono le cose belle che contano. Franco mi ha cambiato la vita". Per i familiari Franco è stato "un pilastro". Per l’amministrazione comunale di Pistoia lo ha ricordato l’assessore Benedetta Menichelli, tornando a esprimere di nuovo profondo cordoglio e gratitudine, per il segno profondo che ha lasciato nella comunità. Durante la celebrazione sono state raccolte offerte a favore della Croce Rossa Pistoiese. In tutti c’è ora una senso di smarrimento, ma anche la certezza che le persone come Franco Checchi non muoiono mai e l’auspicio che ci siano tante occasioni per ricordarlo, per tenere vivo il suo impegno, la sua comunicatività, il suo modo di accogliere a braccia aperte.

Piera Salvi