
L’agricoltura idroponica, dal greco "hidro" acqua e "ponos" ovvero lavoro, è un tipo di agricoltura alternativa, in cui le piante vengono coltivate fuori dal suolo, senza la terra, ma grazie all’acqua, nella quale vengono disciolte sostanze nutritive per far crescere le piante rapidamente. In generale, è la coltivazione delle piante nell’acqua. Questo tipo di coltivazione esisteva già al tempo dei Babilonesi e degli Assiri, ma venne riscoperta dal dottor Gericke nel 1930 per poi essere resa più moderna e progressista. Esistono due tipi di coltivazione idroponica: quella che usa il substrato, formato da sabbia e argilla con l’aggiunta di acqua e sostanze nutritive, e la coltivazione idroponica in cui le radici delle piante sono immerse in una miscela di acqua e sostanze nutritive. Il maggior vantaggio che possiede questo tipo di agricoltura è la rapidità del processo di crescita delle piante. Tuttavia, queste ultime necessitano in particolar modo della giusta dose di ossigeno, senza la quale morirebbero. Inoltre, le piante create con la coltivazione idroponica devono essere sottoposte a un rigido controllo giornaliero per quanto concerne la temperatura, l’umidità, il livello di anidride carbonica e l’illuminazione. Un beneficio è sicuramente l’assenza della proliferazione di batteri e parassiti dannosi per le piante, che sono all’ordine del giorno nelle naturali coltivazioni.
Nella foto, i due mondi: quello inquinato e quello che vorremmo.