L’allarme dei sindacati: "C’è troppo precariato. Sul territorio servono investimenti produttivi"

L’analisi del segretario della Cgil Gioffredi: "Prosegue il lento declino. Le nostre professionalità interessano, ma senza nuove infrastrutture". .

L’allarme dei sindacati: "C’è troppo precariato. Sul territorio servono investimenti produttivi"

L’analisi del segretario della Cgil Gioffredi: "Prosegue il lento declino. Le nostre professionalità interessano, ma senza nuove infrastrutture". .

"Nell’arco di quest’anno non ho visto inversioni di tendenza dal punto di vista occupazionale nella nostra provincia per quel che riguarda le tipologie dei contratti per i nuovi assunti, ancora in larghissima parte soltanto precari: per questo dico che per Pistoia prosegue il lento declino". Non ci sono troppi giri di parole nel commentare l’andamento occupazionale sul territorio da parte del segretario provinciale della Cgil, Daniele Gioffredi, in vista anche di come si potrà chiudere questo 2024, come riportato nelle stime previsionali della Camera di Commercio. "Abbiamo due questioni emblematiche che ci fanno capire le difficoltà del momento – ammette Gioffredi – la prima è che non ci sono più investimenti produttivi da queste parti ed il colpo letale è arrivato dalla questione di Fendi a Serravalle con la politica che annuncia in pompa magna l’arrivo di un colosso che poi non si presenta più dando l’idea di un territorio respingente; la seconda è che le professionalità esistenti sono ottime se si pensa che sempre più multinazionali decidono di venire qua come accaduto con la Polli. significa che l’interesse c’è ma su quel che già esiste, senza nuovi investimenti e infrastrutture".

Come dicono anche i dati previsionali, e come conferma lo stesso segretario oramai da qualche anno, la nostra provincia sembra attrattiva soltanto per il terziario e, di conseguenza, più esposta a variabilità di mercato. "La riduzione di operai nel manifatturiero è sotto gli occhi di tutti – prosegue – essendo arrivati al 22% di occupati rispetto al 49% nei servizi ed il 12% per agricoltura e vivaismo: a Prato, rimanendo in zona, il dato degli impiegati nel manifatturiero è del 36% nonostante la situazione di grande crisi. Dobbiamo porci, una domanda: come si possono attrarre investimenti produttivi? Viviamo in una fase storica complessa, dalle problematiche sui dazi alla guerra fino alla traslazione in avanti del tema del ’Green Deal’, però delle risposte vanno trovate".

Visto che è stato fatto il paragone con Prato, al netto di numeri e proporzioni ben diverse in tema di aziende e numero di abitanti, è opportuno ricordare i dati di fine 2023: 49mila avviamenti a Pistoia contro i 55mila del capoluogo laniero e, purtroppo, soltanto 5685 a tempo indeterminato per la nostra provincia contro i 18mila di Prato e dintorni. "La realtà ci parla di un sistema moda in grande crisi – conclude il segretario Cgil – e le ripercussioni che partono dalla vicina Prato poi si hanno anche su Agliana, Quarrata e Montale, così come il calzaturiero in Valdinievole è in mezzo ad un blocco della produzione per il quale non si vedono prospettive. Di conseguenza, ci si trova con una qualità dell’occupazione instabile, precaria e con contratti da poche ore settimanali o a termine. E non passa giorno senza che alla Camera del Lavoro arrivino richieste per la concessione della cassa integrazione".

Saverio Melegari