
L’allarme della fondazione Maic "Così non possiamo andare avanti"
"Grave". Non c’è definizione più adeguata (e preoccupante, per via dell’allarme che porta con sé) per definire lo stremo della situazione in cui versa la fondazione Maic, attiva a sostegno delle persone disabili, le cui difficoltà economiche attuali sono tali da dover seriamente prendere in considerazione l’ipotesi di provvedimenti drastici. Un esempio? Licenziamenti (sono 142 i dipendenti), per dirne una. All’origine di tanto fiato corto un sostegno pubblico, quello che dovrebbe arrivare dalla Regione, promesso a più riprese e mai arrivato. Risultato: con le botte non ancora riassorbite del covid e i servizi a sostegno degli assistiti (a bollino Ausl Toscana Centro) che sono invece aumentati in numero, rialzarsi da soli è un’impresa.
"Per soggetti affetti da autismo non è sufficiente il solo trattamento ambulatoriale di un’ora – dice il presidente Luigi Bardelli –, ma occorre prolungare le sedute. Così abbiamo fatto, spendendo per attrezzarci al meglio. Nessuno ci ha supportati. Lavoriamo senza convenzione, senza capire dove andremo. Senza considerare che al disagio attuale si somma lo strascico del covid, con un bilancio chiuso a meno 400mila euro nel 2021. Già nessuno da allora aveva pensato di rifondere niente. Ma un’altra grossa incognita è rappresentata dal futuro: potrebbero aumentare le rette per via dell’aumentato costo contrattuale del personale. Non abbiamo mai voluto lavorare con cooperative che andassero e venissero, abbiamo sempre pensato ad avere il meglio del meglio. Ora però, rimanendo invariata la situazione, potremmo dover licenziare. Domani (oggi, ndr) ci sarà un’assemblea in Fondazione e probabilmente per la prima volta saremo costretti a parlare non solo di bilancio, ma di possibili guai futuri".
A tentare di lanciare il salvagente è accorso il consigliere regionale Alessandro Capecchi (FdI) con un’interrogazione rivolta al presidente della Regione Giani e all’assessore competente per la sanità, Bezzini. "La Fondazione è stata lasciata sola, la Regione si è dimostrata sorda di fronte alle reiterate richieste di aiuto della Maic – dichiara Capecchi –. La Regione ha pensato di progettare un finanziamento sostenibile del servizio diurno sanitario per minori affetti da disturbi dello spettro autistico? E perché non ha conferito le rette giornaliere per le persone disabili seguite dal servizio sanitario del Maic nei giorni della recente Crociera della Maic, viaggio che viene organizzato ogni anno come terapia riabilitante? Le persone con disabilità hanno necessità di queste strutture e di questi servizi, la Regione deve sostenere una realtà come questa, tra le più conosciute e specializzate in Toscana".
Le grida d’aiuto nel tempo non sono mancate, così come la mole di lavoro, come illustra ancora Capecchi: "Da mesi, sollecitati dai genitori e stimolati dal responsabile dell’età evolutiva per incarico della Regione, la Maic assiste oltre 150 ragazzi in terapia ambulatoriale, un numero consistente di giovani che ha necessità di un trattamento a tariffa diurna. L’attuale organizzazione del servizio diurno sanitario per minori autistici prevede una sola frequenza settimanale retribuita, a retta diurna per ogni utente. Ma in realtà sono messi in campo interventi continui, con e sulla famiglia, con la scuola e con gli altri servizi del territorio. Questo necessita un complicato sistema di relazioni e incontri che assorbono molte ore dei professionisti. Senza, però, alcuna contabilizzazione".
linda meoni