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L’Ambulatorio Solidale compie cinque anni "Una risposta concreta per i bisogni di cura"

Il racconto del presidente Mauro Quattrocchi: "Crescono le richieste soprattutto degli immigrati. Qui diagnosticato il caso di tubercolosi. Siamo una squadra di specialisti e possiamo dare aiuti rapidi".

L’Ambulatorio Solidale compie cinque anni "Una risposta concreta per i bisogni di cura"

Lunedì scorso, gli organi amministrativi e la direzione sanitaria di Ambulatorio Solidale Articolo 32, hanno discusso su bilancio e programmazione delle attività. Una prima riflessione, raccontata dal Presidente Mauro Quattrocchi, considera soddisfacente il lavoro svolto, se non per numeri certo per la qualità del servizio reso da un lato agli assistiti che si sono rivolti all’ambulatorio, dall’altro alla comunità che ne beneficia indirettamente. Ambulatorio Solidale va visto come punto di cura, informazione e formazione per persone indigenti: istituito nel 2019 con Arci, Spi Cgil, Auser, Croce Verde, Lilt e Voglia di Vivere, da circa 8 mesi ha come riferimento principale la sede in via Mameli n. 32 , grazie alla collaborazione della Fondazione Giorgio Tesi che provvede all’affitto dei locali, e al sostegno dei soci (circa 130) con la quota annuale di 10 euro.

"Nonostante siano progressivamente aumentate le famiglie italiane in condizioni economiche disagiate, sono soprattutto gli immigrati a fare ricorso ai nostri servizi: persone che provengano da culture molto diverse, dove l’assistenza sanitaria è cosa del tutto ignota, e che hanno il timore di poter essere controllate". Ciò non favorisce l’uso della struttura, dove invece una squadra competente, di medici, infermieri e Oss, con le carte in regola per assicurare un’eccellente funzione di tutela della salute, gratuitamente rende disponibile la propria professionalità ai più bisognosi. "Le persone che si rivolgono a noi hanno già un problema preciso e lo vogliono risolvere in tempi rapidi - spiega Quattrocchi – Il rapporto medico-paziente abitualmente inteso nel nostro sistema sanitario non esiste, deve essere costruito caso per caso", ma tiene a ribadire il ruolo dell’Ambulatorio come riferimento sanitario e anche sociale. Per esempio, il caso di Tbc di cui tanto si è parlato nelle scorse settimane, è stato individuato qui, qui si è dato il via alla procedura di accertamento che ha portato al ricovero del paziente in isolamento alle malattie infettive, e all’iter previsto in questi casi".

"Per quanto riguarda gli italiani – spiega Quattrocchi – i cittadini che necessitano di visite specialistiche ed esenti ticket per reddito, spesso non trovano una risposta soddisfacente per le lunghe liste di attesa, e privatamente non possono permettersele. Noi possiamo dare loro un sevizio rapido e qualificato perché siamo tutti specialisti in varie branche della medicina e, ove occorrano approfondimenti diagnostici emato-chimici o strumentali, ci avvaliamo a nostre spese di strutture esterne", chiarendo che questo non manifesta l’intenzione a prendere il posto dell’azienda o servizio sanitario, bensì di porsi a disposizione per collaborare con le strutture pubbliche e favorire la salute della comunità. "Circa la creazione delle due casa di comunità, previste dal Pnrr, – conclude il presidente – auspichiamo che la loro realizzazione preveda forme di partecipative del territorio nella loro programmazione di attività e gestione". Come ultima notazione, l’Ambulatorio ha contribuito a risolvere problemi burocratici fornendo consulenza ai cittadini che hanno bisogno di essere istruiti nella richiesta di pensione di invalidità civile o di documentazione necessaria al Centro dell’Impiego.

Alessandra Chirimischi