PISTOIA
Le analisi e i commenti da poter fare di fronte alla classifica della qualità della vita pubblicata da "Il Sole 24 Ore", come oramai ogni anno dal 1990, sono molteplici anche perché i fattori da analizzare sono moltissimi: la graduatoria finale, infatti, è dettata dalla media di sei macro-aree e, complessivamente, ben 90 mini-classifiche che tracciano la fotografia di come si vive realmente in ogni provincia d’Italia. Per quanto riguarda Pistoia c’è una sola voce che porta dritti sul podio con una medaglia di bronzo: è il terzo posto come migliori performance per le amministrazioni digitali, ovvero la capacità che gli enti locali di tutto il territorio hanno di rapportarsi con i cittadini con le nuove tecnologie e come possono essere snelli, o meno, i servizi che vengono erogati.
A fortificare questo dato, e far capire che non si tratta di una rarità, c’è anche il secondo miglior risultato: il 10° posto su scala nazionale per quanto riguarda i Comuni che hanno servizi da proporre alle famiglie interamente online. A fronte di una media complessiva del 56,3%, in provincia di Pistoia si viaggia addirittura all’85%: un segnale inequivocabile, quindi, di come le amministrazioni locali nel corso degli anni abbiano investito sulle infrastrutture digitali per semplificare, quando possibile, l’accessibilità ai propri cittadini. Le voci negative, nella maggior parte dei casi, riguardano la macro-area degli "affari e lavoro" che, nel giro di dodici mesi, è crollata complessivamente di ben 45 posti. In questo contesto, l’unico dato positivo è quello del 21° posto in classifica di presenze turistiche per chilometro quadrato e ovviamente qui incide la presenza delle strutture alberghiere di Montecatini Terme che tengono in alto la provincia.
Poi, però, ci sono ben cinque indicatori che piazzano Pistoia oltre l’80° posto: si tratta delle imprese in fallimento ogni 100 registrate (84°), le cessazioni ogni cento aziende che aprono (95°), le imprese sociali ogni 10mila abitanti (97°), le start up innovative (95°) e i laureati nella fascia d’età 25-39 anni con un altrettanto eloquente 95° posto. Una fotografia che quindi coincide con le dinamiche del mondo del lavoro che sembrano essere sempre più in grande difficoltà, come già affrontato nelle scorse settimane anche da La Nazione analizzando i dati della cassa integrazione e della disoccupazione. Ed è evidente che i segnali per il futuro non siano incoraggianti. Altre voci positive, invece, sono quelle del 18° posto per la speranza di vita alla nascita ovvero si vive bene e di più rispetto alla stragrande maggioranza del Paese, così come il numero di librerie ogni mille abitanti (16° posto). Male, infine, e secondo peggior dato d’Italia per la spesa che i Comuni fanno pro-capite per la cultura: in provincia il valore si attesta a 2 contro la media nazionale che è di 12,9.
S.M.