L’attacco della Baraonda : "La società è diventata una barzelletta nazionale"

La prospettiva dell’arrivo del figlio-giocatore del presidente scatena i tifosi "Indignati nel vedere trattare la nostra Pistoia come i bambini fanno al parco con il proprio pallone, i dirigenti italiani agiscano per far capire la nostra realtà".

L’attacco della Baraonda : "La società è diventata una barzelletta nazionale"

L’attacco della Baraonda : "La società è diventata una barzelletta nazionale"

"Adesso basta". È questo il grido lanciato dalla Baraonda Biancorossa attraverso un comunicato in cui il cuore del tifo biancorosso critica apertamente le scelte compiute dalla nuova proprietà di Ron Rowan, senza risparmiare critiche ai dirigenti italiani, con riferimento indiretto quanto chiaro a Massimo Capecchi ed Ettore Saracca, chiamandoli a prendersi le proprie responsabilità e a muoversi per salvaguardare il bene del club. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è l’ingaggio di Maverick Rowan che sembra essere in dirittura d’arrivo e sul quale c’è poco da dire, basta guardare il curriculum del giocatore. Si tratta dell’ultima scelta compiuta dal presidente Ron Rowan che da quando è entrato in carica ha fatto e disfatto a suo piacimento senza ascoltare nessuno. L’idea del padre-padrone non sarebbe nemmeno il peggiore dei mali se solo ci fossero le competenze necessarie per rivestire una figura del genere, ma la trattativa con David Bobalik, che non si è concretizzata perché il tecnico americano non è in possesso dei requisiti regolamentari richiesti dal Comitato Nazionale Allenatori e dalla Federazione per allenare in Italia, sembra dimostrare altro. Un presidente, per giunta plenipotenziario, deve conoscere le regole (che per altro gli erano state comunicate) e non arrivare al 6 luglio e accorgersi che l’allenatore non può essere tesserato.

E qui si apre un altro capitolo, ovvero la figura del tecnico che, i fatti lo dimostrano, sembra non essere una figura così importante per il nuovo proprietario del club. La squadra è praticamente fatta e, visto che non c’è l’allenatore, è piuttosto evidente che le scelte siano state fatte dallo stesso presidente che tra le altre cose non ha mai nascosto la volontà di voler allenare Pistoia, come ha dichiarato in un video messaggio di qualche tempo fa. Non solo ma Pistoia non aveva bisogno di cercare un tecnico dal momento che aveva sotto contratto Nicola Brienza, eletto migliore allenatore dell’anno che invece, come ha spiegato lo stesso Brienza, Rowan ha accompagnato alla porta dopo un incontro durato pochissimi minuti. Se è vero che due indizi fanno una prova si può ipotizzare che a prendere le scelte tecniche di fatto sarà lo stesso Rowan.

Una situazione paradossale che ha proiettato Pistoia, a distanza di un paio di mesi, da essere la società rivelazione, quella che con il budget più basso della serie A è riuscita a conquistare le Final Eight, il sesto posto in classifica, ad aver il migliore allenatore dell’anno, il migliore dirigente e il migliore marcatore del campionato, a una società che, come sostiene la Baraonda Biancorossa, "è diventata la barzelletta nazionale". Non solo, i tifosi puntano il dito anche su altri aspetti molto importanti. "La vendita alla cordata americana – si legge nel comunicato – che chi di dovere ha definito indispensabile, doveva essere un’opportunità di crescita, ma si sta trasformando nel giocattolo della nuova proprietà. La parte sportiva si intreccia inevitabilmente con quella gestionale: i problemi che adesso sembrano limitati alla scelta dei giocatori, prima o dopo influenzeranno anche gli altri aspetti della vita del club. Esortiamo, quindi, tutti i dirigenti italiani, sia del comparto sportivo che quello dirigenziale, a mettere in pratica tutte le dovute, necessarie azioni per fare capire quei pochi semplici concetti che sono sempre stati alla base della nostra realtà". Il concetto è chiaro: c’è da fare qualcosa e farla subito prima che il giocattolo si rompa del tutto.

Maurizio Innocenti