Lavoratori in sciopero, ma non tutti condividono

Tensione allo stabilimento Hitachi Rail Sts di Pistoia per la questione dei marcatempo interni. Scioperi e proteste dei lavoratori per parità di trattamento. Azienda non riapre tavolo di discussione.

Lavoratori in sciopero, ma non tutti condividono

Lavoratori in sciopero, ma non tutti condividono

PISTOIA

Due mesi di discussioni e di tavoli non convocati tengono alta la tensione all’interno dello stabilimento di Hitachi Rail Sts di via Ciliegiole e così, anche nella giornata di ieri, è stata proclamata un’ora di sciopero da parte di Fiom-Cgil e Uglm sulla questione dei marcatempo interni, ovvero le macchinette che servono per strisciare il badge in ingresso ed uscita dal posto di lavoro. In precedenza ci sono già state altre tre occasioni nelle quali i lavoratori hanno incrociato le braccia, fra scioperi e manifestazioni di blocco del carrellone che sposta le carrozze dei treni in produzione all’interno delle officine.

La questione è semplice: gli operai hanno le macchinette per strisciare il badge all’ingresso dello stabilimento, così come gli impiegati, con una differenza di fondo e cioè che, vista la vastità della sede di via Ciliegiole, servono anche 5-7 minuti a piedi per raggiungere un comparto operativo, a differenza di chi va in ufficio che può entrare subito dopo aver varcato il cancello. E, in questo tragitto, gli operai lamentano possibili pericoli legati alla sicurezza. Presa di posizione condivisa non da tutti, vista la mancanza di unità d’intenti all’interno della Rsu con Fim-Cisl e Uilm che, ancora una volta, non hanno condiviso le modalità di protesta. Nonostante questo, però, ieri mattina davanti ai cancelli di Hitachi c’erano circa 200 operai.

"E’ dal 10 maggio che sosteniamo come la questione marcatempo sia centrale per tutti i dipendenti di Hitachi – afferma Diego Breschi, componente della Rsu in quota Fiom-Cgil – ma l’azienda non ne vuole sapere di riaprire nuovamente il tavolo di discussione e confronto, così ci troviamo costretti a far sentire ancora la nostra voce. Abbiamo protestato per due volte davanti alla portineria, così come in altri frangenti siamo rimasti in officina ma bloccando il carrellone di movimento per le carrozze dei treni: anche in questa circostanza c’è stata una buona risposta di partecipazione da parte dei dipendenti. Non chiediamo chissà cosa, semplicemente parità di trattamento in tutti i comparti di Hitachi senza andare a creare situazioni che fanno propendere ad una mancanza di garantiti verso qualcuno a discapito di altri". La posizione di questa metà della Rsu (rappresentati i 4 delegati Fiom più uno di Uglm) è semplice: se niente si muove, torneranno a far sentire la propria voce.

"Quello che ci fa più rabbia – conclude Diego Breschi – è l’assenza dell’azienda che non solo non prende posizione, ma non si fa nemmeno sentire mentre noi auspichiamo la riapertura del tavolo di concertazione".

S.M.