
Il torrente Quadrelli a Quarrata durante l’ultima ondata di maltempo
Ci sono anche la Brana ad Agliana e lo Stella a Quarrata nell’elenco dei quindici interventi di somma urgenza in corso ad opera del Consorzio di Bonifica Medio Valdarno nei luoghi colpiti dall’ondata di maltempo del 14 marzo scorso. Sul torrente Brana sono i corso il ripristino dell’argine sinistro a monte della località Il Mulo e a valle di Ponte a Moso e anche il ripristino dell’argine destro a monte del ponte di Badia nel territorio comunale di Pistoia.
Il lavoro sugli argini della Brana ha un costo di 500mila euro. A Quarrata è in corso un’opera più complessa e costosa, per una spesa di 2milioni e 500mila euro, che consiste nel ripristino dell’argine sinistro del torrente Stella dalla località Ponte alla Catena fino all’argine della Cassa di Case Carlesi.
Per il Consorzio di Bonifica è già cominciata da lunedì la fase delle somme urgenze, in accordo con il Genio Civile della Regione Toscana e le Amministrazioni locali e attuate fin da subito pur nelle more della dichiarazione di stato di emergenza con la quale solitamente viene definito il formale quadro amministrativo entro cui operare.
Lo scopo è tamponare le situazioni più critiche in vista della Gavine e Riafone a Sesto Fiorentino al rio dei Cappuccini di Corniola e l’Orme di Pozzale ad Empoli fino al Lorentino di Rovezzano. Sono interessati dalle opere in corso anche il fosso di San Donnino a Campi Bisenzio, il fosso Reale a Case Passerini, il torrente Marinella di Legri ma anche il Marina, Chiosina e Garille a Calenzano.
Nell’elenco dei lavori in corso non figurano né l’Agna di Montale né l’Ombrone perché su questi torrenti è intervenuto direttamente il Genio Civile. "Il nostro è un ente tecnico-operativo – spiega il Presidente del Consorzio di Bonifica, Paolo Masetti - capace di mettersi subito al lavoro con professionalità tecniche e strutture amministrative ed è una grande risorsa per il territorio. La sola manutenzione ordinaria non basta e di fronte ad eventi meteo come questi riemerge la chiara necessità di investimenti strutturali di prevenzione per il futuro. Ma è necessario raccontare oltre alle criticità anche quello che ha funzionato"
Continua Masetti: "La manutenzione ordinaria ha dato i suoi frutti in termini di rischio ridotto su un reticolo di 5600 km di corsi d’acqua (pari alla distanza che c’è tra Lisbona e Mosca) e su 730 km di argini (la distanza tra Parigi e Berlino) con casse di espansione che sono servite ad evitare il peggio in tante zone (come ad esempio a Firenze, Scandicci, Campi Bisenzio o nel Pistoiese) e impianti idrovori che hanno funzionato per giorni e hanno pompato complessivamente dalla piana tra Firenze e Prato più di 15 milioni di metri cubi di acqua (il volume di 500 mila camion cisterna) che altrimenti avrebbero sicuramente provocato allagamenti ancora più diffusi e persistenti".
Giacomo Bini