REDAZIONE PISTOIA

Lavoro, opportunità ai minimi: molti rinunciano anche alla ricerca

I dati dei Centri per l'impiego: 10% in più di disoccupazione in sette anni / DOMANDA E OFFERTA SI INCONTRANO: TORNA IL SALONE DEL LAVORO

Ragazzi al Centro per l'impiego (Germogli)

Pistoia, 21 marzo 2015 - La disoccupazione cresce senza sosta, le opportunità d’impiego scarseggiano e la speranza tracolla. Tali sono gli effetti di una crisi che marcia indisturbata, che sempre più persone nemmeno si mettono più alla ricerca di un posto. In gran parte si tratta di giovani, che almeno possono contare sul sostegno della famiglia. Almeno finchè genitori e nonni avranno di che dare aiuto. La situazione occupazionale fotografata dai Centri per l’impiego della Provincia non lascia molto spazio all’ottimismo. Il Jobs act? «Ancora troppo presto per valutarne gli effetti, sarà possibile farlo soltanto fra qualche mese, guardando ai contratti a tempo determinato», spiega Anna Pesce, dirigente del Servizio politiche attive del lavoro di piazza San Leone.

Aspettando almeno una «ripresina», dagli ultimi dati Istat emerge un quadro sconfortante. Nel 2014, il tasso di disoccupazione provinciale è stato pari al 13,3%, in aumento rispetto al 2013 di circa 3 punti percentuali. Quello femminile raggiunge il 16,5%, 2 punti percentuali sopra il livello regionale, ma in media con il dato nazionale (16,8%). Quello maschile supera di poco il 10%. «Rispetto al 2007, anno precedente alla crisi economica, il tasso di disoccupazione nel nostro territorio è aumentato di circa il 10%», si specifica ancora dai Centri per l’impiego. Gli effetti della crisi economica sul mercato del lavoro si sono manifestati non solo in termini di perdite occupazionali e di aumento di persone in cerca di un impiego, ma anche come caduta di partecipazione al lavoro, testimoniata dall’incremento delle persone inattive, cioè degli «scoraggiati» che rinunciano anche alla ricerca.

Nel nostro territorio il tasso di inattività è stato infatti pari, nel 2014, a circa il 31%. La categoria più colpita risulta essere ancora una volta quella femminile, con una media pari a circa il 38%, valore soltanto in lieve diminuzione rispetto al 2007, in cui risultava il 41% circa. Stabile il dato per i maschi, con un valore quasi stazionario: circa il 23% sia nel 2007 che nel 2014. «I giovani – notano ancora gli uffici provinciali – costituiscono la categoria demografica più colpita dalla crisi, e quella in generale più penalizzata dai cambiamenti strutturali nel mercato del lavoro intervenuti negli ultimi dieci anni». La debolezza di questo gruppo sociale si traduce nell’elevata porzione di disoccupati e nella crescente quota di inattivi, «solo in parte legata – si sottolinea – a un aumento del numero degli studenti».

Il tasso di inattività dei giovani con meno di 30 anni si colloca nel 2014 quasi sul 53% a livello provinciale, in aumento rispetto al 2007 e con una componente femminile particolarmente scoraggiata: se nel territorio provinciale si sono dichiarati inattivi il 45% circa dei ragazzi under 30, sono pari a 61 su 100 le ragazze inattive, circa 16 in più rispetto al 2007. Il tasso di occupazione? Passa dal 65% del 2007 al 60% del 2014, con una perdita di 5 punti percentuali. Anche qui, nessun segnale incoraggiante.