REDAZIONE PISTOIA

Le foto delle vacanze sui social: "State dicendo che la casa è vuota"

Purtroppo bisogna stare attenti a tutto anche a non fornire informazioni personali agli sconosciuti. Le forze dell’ordine invitano alla prudenza: ciò che condividiamo non è nella nostra esclusiva disponibilità.

I tanto amati selfie danno indicazioni ai malviventi (foto d’archivio)

I tanto amati selfie danno indicazioni ai malviventi (foto d’archivio)

PISTOIA

Siete ancora in vacanza e rientrate fra qualche giorno? Aspettate ancora un po’ prima di pubblicare qualche scatto, sui vostri social, nei quali vi fate vedere al mare o in montagna, intenti ancora a lasciarvi i pensieri della casa e del lavoro lontani e pensare, piuttosto, ad una camminata o all’abbronzatura. Se, i vari algoritmi che movimentano i social, passano dalle parti di qualche malvivente, gli darete un indizio importantissimo: la vostra abitazione è vuota. E’ questo uno dei consigli che la Polizia di Stato, anche di Pistoia, fa ai cittadini per evitare brutte sorprese al rientro.

"L’arma più efficace per un corretto uso dei social – fa sapere la Polizia in una nota – è praticare la consapevolezza: avere la giusta conoscenza degli strumenti che utilizziamo e avere chiaro che le informazioni che scegliamo di condividere, oltre a non essere più nella nostra esclusiva disponibilità, potrebbero essere usate anche per scopi illeciti. Scegliere di pubblicare le foto delle vacanze solo al ritorno dalle ferie e rendere privati i nostri profili può rendere più sicure le nostre condivisioni".

Ma anche chi resta a casa deve stare attento e sempre vigile, come visto nell’articolo principale delle truffe che girano direttamente per via messaggio, oppure e-mail convincenti utilizzate con l’unico fine di sottrarre denaro e dati sensibili di imprese o attività commerciali.

"E’ fondamentale verificare l’attendibilità della richiesta di pagamento contattando direttamente la persona che appare essere l’autrice della stessa, così da avere conferma della genuinità dell’operazione finanziaria – aggiunge la Polizia – analoga tecnica viene utilizzata anche nel caso della truffa del Bec: in questo modo il cybercriminale modifica le coordinate bancarie indicate per effettuare il pagamento, dirottando le somme su un conto corrente di cui ha disponibilità".

Inoltre, per le aziende c’è un punto fondamentale sul quale le Forze dell’ordine spingono nei propri consigli: investire nella formazione del personale e definire rigidi protocolli per l’autorizzazione di spesa possono portare a ridurre drasticamente il rischio di cadere nella truffa.

S.M.