
Incontro a Montale con il comandante dei carabinieri Moncini "L’importanza della informazione, molti ragazzi non conoscono i rischi". Il parroco Firindelli: "Massimo impegno per stare vicino alle famiglie".
"Se i genitori hanno un problema con i ragazzi possono venire a parlarne da noi, perché il problema di una famiglia è il problema di una comunità, perché noi preferiamo prevenire piuttosto che reprimere". Questa linea di apertura e collaborazione è quella che il comandante dei Carabinieri di Montale luogotenente Massimiliano Moncini ha esposto in un salone Antares gremito di persone in occasione di un incontro sui fenomeni di illegalità nelle fasce giovanili, dal bullismo alla baby gang fino all’abuso e lo spaccio di droghe. L’incontro è stato promosso dal preposto di Montale Don Paolo Firindelli in collaborazione col Circolo Arci di Montale, che ha messo a disposizione la sala, delle società sportive Virtus Montale e Gruppo Sportivo Aurora, della Misericordia di Montale e della cooperativa Educere. Non ha potuto partecipare all’incontro per una indisposizione la comandante della compagnia dei Carabinieri di Pistoia colonnello Antonietta Petrone. Di fronte ad un uditorio folto e attento il comandante Moncini ha illustrato cosa prevede la legge per una serie di illegalità che vengono commesse da ragazzi anche molto giovani. L’incontro aveva come titolo "Gioventù bruciata o giovani promesse?", ma il comandante ha messo subito in chiaro che "per noi c’è sempre una speranza e puntiamo sempre sul lato della giovane promessa".
"In realtà i ragazzi spesso non si rendono nemmeno conto – ha aggiunto Moncini – della gravità degli atti che commettono per esempio in un caso di bullismo in cui si sottrae ad un altro ragazzo un cellulare o una cover ma lo si fa con violenza o minaccia quella diventa una rapina oppure se si passa la droga a un altro anche senza venderla è comunque spaccio e diventa un reato, cosa ben più grave che il possesso per uso personale per il quale è prevista una segnalazione alla prefettura e in caso di recidiva una sanzione amministrativa". Moncini ha spiegato chiaramente cosa prevede la legge sulla perseguibilità nelle diverse fasce di età, da 12 a 14 anni e da 14 a 18 e le novità previste nel cosiddetto decreto Caivano.
Il punto di forza dei Carabineri, sottolineato da Moncini, è la prossimità, cioè la vicinanza alla comunità che specialmente in un paese come Montale risulta determinante per stabilire un rapporto quotidiano con i cittadini, le associazioni e le altre istituzioni. "Chiediamo collaborazione – è stato l’appello di Moncini – i vostri occhi vedono molte cose, dateci una mano per aiutarci a fare in modo che stiamo tutti bene". Don Paolo Firindelli ha sottolineato la rilevanza dell’educazione, tema a cui è dedicato il ciclo di incontri promosso dalla Prepositura, soprattutto per "aiutare i ragazzi a passare dagli impulsi alle emozioni". "Bisogna partire dal presupposto – ha sostenuto Cecilia Innocenti – che nessuno sia irrecuperabile". Molti gli interventi dal pubblico con tante domande al comandante. E’ stato tra l’altro sottolineata l’importanza di non marchiare con uno stigma sociale il giovane che commette errori e di fare rete, con l’impegno di tutti, per migliorare le cose aiutando in questo anche il lavoro dei Carabinieri a cui tutti alla fine hanno rivolto un sincero "grazie".
Giacomo Bini