Le lacrime dei monti per Marco. Una folla per l’addio a Ceccarelli: "Preziosi i suoi insegnamenti"

Tante le testimonianze dall’altare per onorare il giovane imprenditore prematuramente scomparso. Forte la rappresentanza ai funerali del mondo politico, delle amministrazioni e dello sport invernale .

Le lacrime dei monti per Marco. Una folla per l’addio a Ceccarelli: "Preziosi i suoi insegnamenti"

Una moltitudine di persone ha affollato Pian degli Ontani dove ieri pomeriggio si sono svolti i funerali di Marco Ceccarelli

L’addio a Marco Ceccarelli ha chiamato a Pian degli Ontani quella moltitudine di persone che lo ha sempre apprezzato: "Ora che Marco non c’è più, tutti noi dobbiamo fare quello che ci ha insegnato". A parlare sono stati Graziano Nesti, ex sindaco di Cutigliano, Davide Costa giornalista, ma soprattutto grande amico, Gabriele Bacci, sindaco di Abetone Cutigliano, Leonardo Corsini, amico e dipendente dell’azienda della famiglia Ceccarelli e Marina Lauri, presidente del Gal Montagnappennino. In una piazza che non ha potuto contenere tutti si sono visti i sindaci di San Marcello, di Abetone Cutigliano e di Pistoia, oltre ai consiglieri regionali Federica Fratoni, Alessandro Capecchi e Diego Petrucci, poi Andrea Formento, Rolando Galli, Giampiero Danti e tanti altri. Tutti con gli occhi lucidi e con un gran magone dentro. La solitudine che una perdita così grande genera, è difficile da spiegare, ma si è sentita fortemente. Il mondo dello sci, dello sport, del divertimento e dell’imprenditoria, poi chissà quante altre parti di questo variegato universo, hanno accarezzato quella bara. Davanti alla piccola chiesa è stato più difficile contenere il dolore per questa inaccettabile morte, delle centinaia di persone che non hanno voluto rinunciare all’ultimo, amaro, abbraccio. Marco Ceccarelli, protagonista assoluto di una vita intrecciata alla sua Montagna e alla sua Doganaccia. "La Doga", un angolo di paradiso che proprio lui aveva contribuito in modo determinante a creare. Dovesse esistere una parola sola per parlare del pomeriggio in cui Marco e il mondo dei problemi quotidiani si sono salutati, sarebbe incredulità. Si perché l’incarnazione della vitalità, dell’ottimismo, della voglia di vivere nel bisogno di guardare avanti, tutto questo si rendeva carne e sangue in Marco. Una persona che, della frase di Nelson Mandela: "Io non perdo mai, o vinco o imparo", aveva fatto uno stile di vita. Questa è l’eredità riconosciuta da tutti, che Marco Ceccarelli lascia. Ieri è stato il giorno del dolore, ma sicuramente Marco sarebbe a chiedere che da questo venga generata gioia, voglia di fare guardando avanti, ovviamente con un occhio particolarmente attento su Francesca e Olimpia, su Sergio e Ronnie. Poi, perché no, sulla Doga, perché dopo 35 anni d’impegno, qualcuno dovrà pure continuare l’opera.

Andrea Nannini