LINDA MEONI
Cronaca

"Le parole di Hurbinek". Il dolore e la meraviglia. Raccontare una scienziata

L’entomologa e ricercatrice pistoiese Alessandra Sforzi ricorda Enrica Calabresi. La studiosa ebrea che si tolse la vita con il veleno per sfuggire ad Auschwitz.

Alessandra Sforzi, pistoiese, è entomologa e ricercatrice alla Specola di Firenze, insegna al liceo scientifico di Pistoia e domani sarà in dialogo con Michele Battini dell’Università di Pisa

Alessandra Sforzi, pistoiese, è entomologa e ricercatrice alla Specola di Firenze, insegna al liceo scientifico di Pistoia e domani sarà in dialogo con Michele Battini dell’Università di Pisa

Un coleottero come messaggero. E un nome che, per via di quel gruppo di Brentidi tanto studiato, ricorre ricerca dopo ricerca. Insistentemente. È la storia di un incontro impossibile – per ragioni e storiche e anagrafiche – tra due donne. Una si chiama Enrica Calabresi, scienziata ormai morta e, fino a poco tempo fa, dimenticata dalla storia. L’altra è la pistoiese Alessandra Sforzi, entomologa e ricercatrice alla Specola di Firenze e insegnante al liceo scientifico cittadino. Pieno d’incanto e meraviglia, ma anche dolore per ciò che scaturisce. Il risultato di questo incontro sarà consegnato al pubblico de "Le parole di Hurbinek" domani, domenica 26 gennaio (ore 17) al Funaro, in una lezione-spettacolo che vedrà la restituzione scenica del testo di Isotta Toso con Alessandra Evangelisti (regia di Stefano Cioffi, musiche dal vivo di Gabriel Coen e Riccardo Battisti) preceduta dal dialogo tra Alessandra Sforzi e Michele Battini (Università di Pisa) a raccontare chi era Enrica Calabresi, colpevole anche lei d’essere ebrea e per questo condannata alla morte. Che non avverrà ad Auschwitz, dove era destinata: nel 1944, rinchiusa in carcere, si suiciderà infatti con una dose di veleno pur di non raggiungere la terribile meta. Ma prima di questo appuntamento che tra gli altri parla un po’ più pistoiese, ce n’è un altro, ancora a teatro. Stasera al Funaro infatti (ore 20.45) "Hurbinek" propone una sua produzione, "Viaggio in Armenia", dal testo di Osip Mandel’štam, con Silvio Castiglioni e la regia di Giovanni Guerrieri (introduce Stefano Garzonio).

Segreta riflessione sul tempo, sulla memoria e sulla morte, il libro al quale si ispira lo spettacolo è una straordinaria metafora di resistenza e di vitalità. Opera di un artista senza biografia, che si dichiarava ostile a tutto ciò che è personale, "Viaggio in Armenia" più di ogni racconto epico-biografico si è imposto come il materiale ideale per tratteggiare il ritratto del "più grande poeta in lingua russa del Novecento, sottratto alla conoscenza dei suoi contemporanei", secondo Pier Paolo Pasolini. "Le parole di Hurbinek" chiude lunedì 27 gennaio alle 17.30 al teatro Bolognini con "Come siamo arrivati fin qui?" dialogo a più voci che vedrà la presenza sul palco di Paola Caridi, Gad Lerner, Stefano Levi Della Torre, Arturo Marzano ed Eliana Princi. Dettagli sul programma su leparoledihurbinek.it

Gli eventi di oggi e domani sono a pagamento; ingresso libero lunedì.

linda meoni