LINDA MEONI
Cronaca

Le vite scolpite nel legno di Gonfiantini

Si apre domani pomeriggio, nelle Sale Affrescate del palazzo comunale, la mostra delle opere dell’artista pistoiese allievo di Gavazzi

La mostra rimarrà aperta, a ingresso libero, fino a domenica 23 marzo

La mostra rimarrà aperta, a ingresso libero, fino a domenica 23 marzo

La genesi può esser fissata lì, a "quando la vita ha deciso di darmi guerra". E del resto che il viaggio sia stato costellato da travagli lo fa intuire una frase, scelta per titolo: "Di madre italiana e di padre suicida". S’inaugura domani, venerdì 28 febbraio, alle 15, nelle Sale Affrescate del Palazzo Comunale, in piazza del Duomo, a Pistoia, la personale di scultura del pistoiese Alessandro Gonfiantini, una sfilata spesso di volti comuni e senza nome, di gente capitata per caso sul cammino che si fa rappresentazione di quello che c’è intorno "per quello che è e non per quello che vorremmo che fosse". Una verità scolpita che si svela e si ritrova, a esempio, a partire dal volto di un ragazzo che diventa "Ragazzo di castagno", risultato di un gesto scultoreo nato senza progetto, come qualcosa che ti cresce tra le mani fino a diventarti familiare colpo dopo colpo. Un racconto che si scrive a partire da ricordi, come quelli incarnati da un luogo, Chiapporato, che sa d’infanzia e foto in bianco e nero, quella che idealmente si è fissata nella memoria di Gonfiantini sino a diventare "Donna di faggio di Chiapporato". "Lì mi ci portavano i miei genitori da piccino – spiega lui –. Ci abitava una donna sola, sola e talmente vecchia che pensava che la macchina fotografica di mio padre fosse un’arma da fuoco. Non c’è più nulla ora e neanche lei. Restano a malapena le tracce di un piccolo cimitero e una quercia secolare che pare un rametto di timo nelle mani di Dio". E poi c’è una ragazzina ("Se esci copriti"), poco o niente importa il nome, una coperta addosso a ripararsi dal vento che tira, ma comunque pronta a soffiargli dentro. Tra le quindici e le venti in tutto le sculture realizzate da Gonfiantini e presenti nelle sale affrescate, tutte tessere di un mosaico che in qualche modo raccontano l’artista tra casualità, destino e sofferenza, tra profonda riflessione che interroga la morte e la vita. Non uno scultore, ma "uno che scolpisce", Gonfiantini è attratto da sempre dalle "piccole vite minime che si perdono nelle pieghe del tempo" e che trovano racconto perfetto nel legno, materia viva, espressione della Madre natura e quindi della vita, quella che crea e quella che distrugge. E quelle scolpisce seguendo un istinto che gli chiede con insistenza di "fare", di riempire spazi fatti d’assenza. Maestri in questo percorso sono stati e sono tuttora per Alessandro Gonfiantini Nilo Biagini e Giuseppe Gavazzi, "ai quali devo tutto quel che ho imparato in tema di scultura". Il legno è materiale espressivo del cuore per lo scultore pistoiese, così come racconta la quasi totalità della sua produzione dove compaiono tra i soggetti raffigurati donne, volti di Cristo, umane sofferenze. "Il legno è materia eternamente viva e imprevedibile, si muove nel tempo – conclude Gonfiantini –. Racconta già da solo storie che scopri solo via via che intagli". La mostra, a ingresso libero, sarà visitabile fino al 23 marzo, dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 19, il sabato e la domenica dalle 10 alle 18. Per informazioni 338.7426842.

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