Pistoia, 5 aprile 2020 - «Che assurdo compleanno il tuo, nonna, trascorso intubata in terapia intensiva, tu a lottare e a combattere, noi a pregare, pieni com’eravamo di quel senso di impotenza, legati a te solo dal filo di un telefono, quello che i medici alzavano quotidianamente per dirci come stavi… Fino all’ultima chiamata, quella che ci avvisava che te n’eri andata per sempre. Sei stata forte nonna, come lo sei stata in tutta la tua vita». Il «virus della lontananza», così lo chiama Elena Cappellini, quella malattia che si è portata via nonna Carla, 82 anni, morta dopo venti giorni di sofferenze e speranze all’ospedale San Jacopo. Un’altra vittima del coronavirus, quella ‘bestia’ che condanna chi muore a morire solo, lontano dagli affetti di una vita. Sono le parole di Elena a cercare qui di restituire una dignità a un addio così strano, raccontando lo strazio del saluto e volendo anche ringraziare così tutto il personale del San Jacopo, amici, angeli «che hanno sempre avuto con noi parole di conforto. Vogliamo esprimere vicinanza a tutte le famiglie che vivono questo momento, dicendo loro di conservare sempre la speranza».
«Cara nonna, in questo momento non so di preciso dove sei...voglio pensare che tu abbia raggiunto il nonno e che finalmente tu possa aver trovato quella pace che in quest’ultimo anno avevi perso. Tu, contraddistinta da sempre da una forza a volte quasi irritante tanto era potente. Quella forza che anche in questi ultimi venti giorni hai dimostrato: c’hai provato, hai lottato, o almeno così ci hanno detto. Ma questo virus può essere devastante, per chi lo contrae e per chi resta a casa aspettando notizie e sperando che queste siano buone. Quei dottori alle cui cure tu eri affidata sono stati degli angeli che dimostrano ogni giorno la loro completa e unica vocazione e dedizione al lavoro scelto».
«Te per me, nonna, sei sempre stata una roccia, la mia nonna sprint, motivo di grandi risate con le mie amiche per il tuo modo così eccentrico di vivere. Era un vero spasso sentirti raccontare storie delle tue esperienze. Sei per me l’esempio che la vita va vissuta a pieno. I tuoi 82 anni portati alla grande, senza nessun acciacco, con un grande spirito… Chissà come ti eri trasformata, chissà se quegli occhi verdi si erano accorti che qualcosa stava succedendo. Nonna, ti voglio dire grazie perché mi hai regalato un’infanzia piena di viaggi e d’amore, mi hai regalato consigli, risate, esperienza e l’insostituibile possibilità di starti vicina. Tutta la tua famiglia ti ringrazia per quello che ci hai dimostrato, tutti noi ci sentiamo vuoti e soli nel non poter nemmeno consolarci con un abbraccio. Ti ricorderò bella elegante, sempre in ordine, con la piega appena fatta, i tuoi capelli biondi, truccata, quei bellissimi occhi verdi, il tuo insuperabile sugo di pesce, le tue urla divertenti. Ciao nonna, tua nipote Elena».