REDAZIONE PISTOIA

L’ex convento del Giaccherino. La struttura è totalmente privata

Alla proprietà spettano le spese di manutenzione ordinaria, straordinaria e di messa in sicurezza dell’edificio

L’ex convento del Giaccherino. La struttura è totalmente privata

PISTOIA

L’antico convento di Giaccherino, teatro del crollo di un solaio che ha causato il ferimento di 35 persone durante i festeggiamenti del matrimonio di Paolo Mugnaini e Valeria Ybarra, è una struttura oramai totalmente privata, la cui proprietà è in testa alla Rinascimento Srl guidata dagli imprenditori Aldo Fabbrini, aglianese, e Roberto Tonti, pratese. Una volta abbandonato dai frati francescani, l’ex convento è diventato location ambita e spettacolare per eventi e matrimoni, sia per quanto concerne la parte ricreativa che quella ufficiale, tanto che il Comune di Pistoia ne ha fatto una delle sue sedi ’distaccate’ all’esterno di palazzo di Giano solo per far dire il fatidico "sì" agli sposi. Ed è solo e soltanto in quel frangente che il Comune ha giurisdizione sui due luoghi, uno all’interno ed uno all’esterno: nel caso della celebrazione del matrimonio, in questi spazi viene costituito l’ufficio dello Stato civile e la zona risulta a ogni effetto la "Casa comunale".

Per tutto il resto, invece, si parla solo e soltanto di un’opera in mano a privati che ne devono sostenere le spese di manutenzione ordinaria, straordinaria e di messa in sicurezza delle strutture per ottenere dalle autorità preposte le relative certificazioni, trattandosi poi di location dove si vanno ad ospitare numeri cospicui di persone: per l’occasione del matrimonio in questione, gli invitati erano circa 130.

Il momento della firma della convenzione urbanistica fra le parti è stato importante per lo sviluppo anche del cosiddetto wedding-tourism, ambito nel quale l’amministrazione punta molto come dimostrano la recente apertura di altri luoghi privati alla possibilità di poter ospitare i matrimoni dalla cerimonia civile fino al banchetto nuziale. Nel progetto da portare a termine, infatti, si fa riferimento a diverse stanze da adibire all’accoglienza, per poter permettere la permanenza all’interno della struttura anche oltre il giorno delle nozze, e la realizzazione di una piscina in una delle zone da riqualificare ma, dai documenti pubblici, al momento non è dato sapere quale sia il numero massimo di persone che possono essere ospitate all’interno. Adesso, con tutta l’area posta sotto sequestro, il rischio che il processo di ristrutturazione e ammodernamento possa subire un brusco stop è alto.

S.M.