L’export perde velocità. Irpet certifica la frenata legata al ferrotranviario

I dati del primo semestre 2024 per Pistoia recitano un eloquente meno 11%. Numeri che però vanno valutati anche alla luce di commesse e consegne.

L’export perde velocità. Irpet certifica la frenata legata al ferrotranviario

Uno stop pressoché totale alle vendite estere dell’industria ferrotranviaria spinge decisamente al ribasso l’export della nostra provincia nel primo semestre del 2024 (foto d’archivio)

PISTOIA

Uno stop pressoché totale alle vendite estere dell’industria ferrotranviaria spinge decisamente al ribasso l’export della nostra provincia nel primo semestre del 2024. A certificarlo è la nota congiunturale di Irpet che è stata pubblicata in questi giorni e che mette in evidenza come la metà delle province toscane, dal 1° gennaio al 30 giugno scorso, fanno registrare un differenziale negativo per quel che concerne le quantità di prodotti esportati nel resto del mondo in confronto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il dato pistoiese è alquanto preoccupante: -11,4% composto dal -14,2% del primo trimestre ed un -8% del secondo che riporta un po’ in alto il mercato estero in uscita dal nostro territorio. Vendite estere del ferrotranviario che sono molto variabili nel corso dei vari periodi, in base anche alle gare e alle commesse vinte in giro per il mondo e le loro rispettive consegne.

Allo stesso modo, a far scendere verso il basso i valori complessivi c’è anche il comparto della moda e dei mobili (-3%) mentre in forte crescita sono risultate le esportazioni dei prodotti agro-alimentari, che da un paio d’anni oramai fanno la voce grossa in maniera costante, mentre a livello vivaistico i valori sono pressoché identici rispetto all’immediato passato. Nella graduatoria Irpet, la provincia di Pistoia si piazza al nono posto in Toscana complessivamente: peggio fa soltanto Livorno che ha avuto un crollo deciso del -42,3% per un dato che viene espresso al netto dei prodotti della raffinazione petrolifera. Il nostro territorio fa leggermente peggio di Pisa (-11,2%) mentre già il -4,7% totalizzato da Massa Carrara lascia un distacco decisamente consistente.

L’altra provincia col segno negativo è Prato ma qui (-0,2%) sostanzialmente si tratta di stagnazione. Se si pensa che nel primo semestre di quest’anno la provincia di Arezzo è arrivata ad avere un +64,4% sui prodotti export grazie, in particolar modo, alle esportazioni di gioielli verso la Turchia. A fronte di un’area metropolitana che tiene botta (anche Firenze viaggia a +14% per i prodotti venduti all’estero), è evidente che i numeri che arrivano dalla nostra provincia sono alquanto preoccupanti anche perché i numeri negativi vanno avanti fin dal terzo trimestre del 2023 avendo toccato addirittura il -36,4% degli ultimi tre mesi dello scorso anno.

Saverio Melegari