Quale destino per via Lungobrana, la strada che da Badia a Pacciana corre lungo l’argine dell’omonimo torrente per arrivare fino sul territorio di Agliana? A chiederselo, una volta di più, sono gli abitanti della zona, alla luce di nuovi incontri con il Comune, avvenuti nelle ultime settimane. E’ una strada che corre adiacente al torrente che, nella sua porzione più pericolosa, spesso esonda dopo forti piogge, rendendola inutilizzabile. Dopo alcuni lavori per la messa in sicurezza fatti dal Comune nel 1994, si arriva al 2018, quando la strada fu chiusa con blocchi di cemento perché ritenuta pericolosa: un provvedimento di fatto mai osservato visto che chi vive lì, o ha la propria attività (specialmente vivai), non aveva alternative di viabilità, quindi tutti ci continuano a passare regolarmente, nonostante l’argine piano piano stia franando, portandosi via pezzi di asfalto. Il problema di fondo è la competenza di quel tratto di strada, che viene rimpallato fra Comune e Consorzio di Bonifica Medio Valdarno e, di conseguenza, tutto quanto si ferma.
"Qualcuno si è rivolto al Comune – dice Annalisa Paolieri, abitante di Badia a Pacciana che in questi giorni ha reso pubblici sui social gli ultimi aggiornamenti sulla questione –, ma è sempre stato risposto picche dall’assessorato preposto, rimpallando a una ipotetica viabilità accessoria da realizzare al momento della costruzione della terza corsia dell’autostrada. Recentemente un gruppo ristretto di persone si è ritrovato e avrebbe deciso di procedere con una sottoscrizione volontaria per sistemare via Lungobrana. L’idea è stata proposta al Comune, che pare abbia gradito. L’ investimento doveva essere intorno ai 30-35mila euro". Secondo Paolieri, però, la situazione rimane di difficile risoluzione perché, secondo quanto emerso dopo ulteriori incontri conoscitivi, andrebbe messo in piedi un comitato di zona che si prenda le responsabilità del tratto di strada. Mentre la cifra necessaria per il rifacimento sarebbe decisamente più elevata.
"Per un investimento di 300mila euro di soldi pubblici, la strada sarebbe accessibile solo a residenti e chi ha la propria attività – aggiunge Annalisa Paolieri –. O meglio, chiunque paghi la quota avrebbe titolo a passare. L’ipotesi ventilata è quella di chiudere via Lungobrana con delle sbarre e permettere il transito solo a chi paga, ma poi chi dovrebbe controllare? Ci verrà messo un casellante? E con i mezzi di soccorso cosa succederebbe?".
Interrogativi legittimi, se la soluzione proposta è questa, con risposte apparentemente difficili da dare. Ma il problema principale resta un altro: quanto tempo dovrà passare ancora prima che qualcuno prenda una decisione definitiva su questa strada che sembra essere di nessuno, ma che è fondamentale per quella parte di piana?
S.M.