
La lezione del professor Radaelli: "I compiti a casa? Non servono più"
L’intelligenza artificiale entra in classe. Le nuove tecnologie stanno rivoluzionando il mondo della scuola, ma come possono essere utilizzate al meglio per migliorare l’insegnamento? A rispondere a questa domanda è stato il professor Lorenzo Redaelli (Mondadori Università) con un corso di formazione dedicato all’intelligenza artificiale nella didattica che si è tenuto pochi giorni fa. Un evento riservato ai docenti del liceo Lorenzini. Anima dell’iniziativa, il professor David Del Carlo. Per Radaelli non ha più senso assegnare compiti per poi domandarci se lo studente l’ha svolto in autonomia o meno. Insomma, un approccio rivoluzionario. Bisogna ripensare la didattica partendo dai tempi dell’apprendimento alle modalità di trasmissione dei saperi e sviluppo delle competenze.
Formatore, docente e innovatore certificato da Google e Microsoft, Redaelli ha aiutato, con i suoi corsi, centinaia di insegnanti a integrare gli strumenti digitali in aula. E’ considerato un pioniere di questa didattica. "Ho solo intuito in anticipo - ha detto - che questa tecnologia avrebbe modificato radicalmente l’approccio all’istruzione, accumulando esperienze che poi mi hanno permesso di integrare l’Intelligenza Artificiale nella mia pratica didattica. All’inizio si trattava della costruzione di chatbot potenziati dal Natural Language Processing, pensati come degli assistenti per gli studenti, specialmente per quelli più in difficoltà. Poi l’avvento dei Large Language Models e dei modelli che generano immagini hanno aperto un nuovo orizzonte di possibilità, ma soprattutto hanno svelato una fragilità intrinseca della didattica, quella dei compiti a casa e di tutte quelle attività che vengono svolte dallo studente senza la diretta supervisione dell’insegnante, che non ha il controllo sul processo di apprendimento".
Il dibattito sull’uso degli strumenti di IA generativa come ChatGPT nelle scuole oscilla tra entusiasmo e preoccupazione. Quale approccio suggerisce agli insegnanti per bilanciare innovazione e rigore accademico? "Credo che i docenti debbano formarsi, capire come funzionano questi strumenti e spiegare agli studenti che li possono usare in una maniera più efficiente, per farsi spiegare i concetti, come tutor dell’apprendimento sempre a disposizione".
Nel suo recente libro ’La classe potenzIAta (Mondadori Università)’, intreccia scienza e letteratura fantascientifica per spiegare l’IA in ambito educativo.
Giovanna La Porta