REDAZIONE PISTOIA

Lo sblocco licenziamenti è dietro l’angolo. "Ora altri 4mila a rischio disoccupazione"

Pistoia, stime nefaste per il territorio provinciale. L’allarme dei sindacati: "Prorogare ammortizzatori sociali e contratti di solidarietà"

Un artigiano

Pistoia, 29 gennaio 2021 - Il primo aprile, il giorno dopo lo sblocco dei licenziamenti, soltanto nella nostra provincia potrebbero esserci quasi 4mila disoccupati in più. "Un bagno di sangue", lo definisce già qualcuno sperando che il Governo, qualsiasi sarà, proroghi il divieto per le aziende di ’alleggerirsi’ dei dipendenti nel frattempo divenuti non indispensabili per la produzione. Fra i tanti guai causati dal Covid e dalle misure restrittive, un rallentamento generale dell’economia potrebbe infatti innescare una spirale recessiva senza precedenti.

Secondo stime dell’Istituto regionale per la programmazione economica i posti a rischio nella provincia di Pistoia sono almeno 3mila e 600. "Ed è molto probabile si tratti di una stima al ribasso – paventa il segretario provinciale Cgil, Daniele Gioffredi –. Il dato può infatti ulteriormente peggiorare se non saranno confermati e prolungati gli ammortizzatori sociali". Dall’inizio della pandemia la cassa integrazione ha registrato un’esplosione mai vista. Al novembre 2020 le ore concesse sono arrivate a 9 milioni e 426mila, a fronte delle circa 250mila dell’anno precedente. Perfino nel 2008-2009, gli anni della crisi mondiale, i numeri si erano arrestati a quota un milione e mezzo. Allora la disoccupazione arrivò a toccare il 16% e soltanto dopo diversi anni di sacrifici e difficoltà i livelli sono tornati a stabilizzarsi intorno all’8,5. Questo il punto di partenza del 2019, peggiorato con grandissima rapidità nell’arco di pochi mesi e, adesso, destinato a lievitare ancora. Mentre alcune aziende hanno tentato di evitare i licenziamenti ricorrendo al part-time, molte altre hanno attivato tutti gli ammortizzatori sociali a disposizione. In settori come il terziario, la ristorazione, il turismo, migliaia di imprese si trovano di fronte a un vicolo cieco. Come se non bastasse, dopo un anno di pandemia e restrizioni, per i prossimi mesi si prevedono fallimenti e chiusure a raffica.

«I dati della cassa integrazione non sono mai stati così alti e, come se non bastasse, c’è da considerare che le statistiche non considerano le aziende che fanno parte di fondi specifici, come quelli dell’artigianato", sottolinea ancora Gioffredi.

Con l’avvicinarsi del 31 marzo e lo sblocco dei licenziamenti la situazione occupazionale rischia dunque di finire fuori controllo e "la crisi di Governo – secondo la Cgil – aggiunge nuove incognite". «Riteniamo sia necessaria una proroga che arrivi fino alla fine di luglio, lo stesso periodo indicato dal Comitato tecnico scientifico per l’allentamento della pandemia. Oltre alla conferma degli ammortizzatori sociali crediamo che lo strumento principale per tutelare l’occupazione sia il contratto di solidarietà, da mettere in relaizone al fondo nazionale ’Nuove competenze’", afferma Gioffredi.

L’idea delle organizzazioni sindacali, non soltanto della Cgil, è dunque quella di riformare gli ammortizzatori sociali, intervenendo contemporaneamente su entrambi i versanti delle politiche del lavoro, attive e passive. "In caso contrario – avverte di nuovo il sindacalista – r ischiamo di vedere aumentare ulteriormente il livello della povertà, già notevolmente alto nel nostro territorio". A confermarlo, i dati del reddito di cittadinanza: a fronte di un importo medio di 448 euro per la Toscana, nella nostra provincia il sostegno, proporzionato all’Isee, è di 488 euro. A beneficiarne sono circa 4mila e 200 nuclei familiari. Ma dopo il 31 marzo potrebbero essere migliaia in più.

s.t.