Altro che spirito natalizio: siamo già al terzo atto dello scontro tra Confcommercio e Comune sul tema della città del Natale. Il nodo del contendere? Programmazione e tempistiche, a detta dei commercianti non in linea con i competitor. Lo ha specificato nuovamente il presidente Gianluca Spampani, replicando all’assessore Gabriele Sgueglia: "Il tema non è allinearsi, cosa che peraltro non è avvenuta, alle stesse tempistiche di un anno fa per la programmazione del Natale a Pistoia – mette in chiaro –. La questione che abbiamo sollevato era relativa alla necessità di muoversi con largo anticipo per compiere un salto di qualità. Il bando per la Casa di Babbo Natale, uscito 15 giorni dopo rispetto al 2023, è il riflesso di quanto non sia stata colta la rilevanza che questo periodo assume per le categorie che rappresentiamo, così come non si tiene conto di quanto le altre città si siano mosse con largo anticipo". Ecco dunque spiegate le preoccupazioni di commercianti, ristoratori e albergatori.
"Il miglioramento qualitativo di un evento si raggiunge soltanto con una pianificazione preventiva che non ricalca i tempi di un’edizione pilota, ma muove dalla consapevolezza di dover intervenire molti mesi prima – aggiunge –. Tutto questo ad oggi non si vede: non siamo sulla strada giusta e la dinamica in corso è ancora alquanto artigianale. Siamo distanti dalla managerialità. Considerando una situazione economica del terziario notevolmente aggravata rispetto ad un anno fa, serviva un’attenzione diversa".
Riflessioni alle quali si aggiungono quelle di un volto noto del commercio cittadino come Francesco Becagli: "Alla città manca una direzione vera e propria – attacca –. Lo dico anche come ex presidente del Centro commerciale naturale: non vorrei arrivare a metà novembre senza sapere che piega dobbiamo aspettarci. Io e i miei colleghi abbiamo investito risorse e tempo in questa città e continuiamo a metterci la faccia, ma manca davvero un orientamento sicuro. Manca un programma chiaro e di richiamo, lo si è visto anche con il calo delle presenze d’agosto. Questo rischia di diventare un terreno fertile per l’immobilismo, perché tolti i sussulti del comparto Sala nel centro storico non c’è rimasto nulla. Dobbiamo ridisegnarlo? Qualche idea ce l’abbiamo, ma serve qualcuno che ci ascolti, prima che questa città diventi un dormitorio".