REDAZIONE PISTOIA

Locale insospettabile come base dei traffici

Sigilli dei carabinieri al ristorante "Kalimera" in via del Salsero, che finora non aveva mai dato nell’occhio

Kalimera in greco significa buongiorno. Ma non è stata una giornata proprio ideale quella di ieri per il ristorante di cucina ellenica di via del Salsero, attivo da un paio di anni. Sulla porta sono stati apposti i sigilli del sequestro, con tanto di grossi nastri adesivi dei carabinieri.

La "novità" ha subito attirato le attenzioni di residenti e passanti, che nel corso della giornata hanno poi appreso le cause del provvedimento. Stupore e anche un certo rammarico per una strada in cui il commercio vive una crisi sempre più grave. I negozi sono rimasti pochissimi e gli esercizi pubblici lamentano un calo di lavoro – sostengono – anche a causa del senso unico verso nord istituito da circa un anno dall’amministrazione comunale.

Kalimera all’apparenza era un locale insospettabile, con un buon giro di clientela, che veniva accolta da dipendenti dall’aria irreprensibile, come succede da tante altre parti. Diversi residenti della zona non ricordano problemi di alcuni genere causati dai frequentatori. Le forze dell’ordine finora non erano mai dovute intervenire per una qualche lite, come è invece avvenuto in altri zone di Montecatini. I controlli effettuati dalle forze dell’ordine all’interno non avevano mai portato alla luce una concentrazione particolare di personaggi già noti alla giustizia, tali da motivare un provvedimento di chiusura in base all’articolo 100 del Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza (Tulps). Gli organizzatori della rete di spaccio, fino al momento in cui è stata smantellata, hanno insomma saputo muoversi con grande astuzia, evitando, almeno per un certo periodo, di richiamare l’attenzione su quella che sarebbe stata – in base alle accuse mosse dagli inquirenti – la loro base principale. Un criminale di rilievo, in molti casi, deve saper tenere un profilo basso per non attirare troppo l’attenzione sul cuore pulsante dei suoi affari. E per almeno due anni la gang italo-albanese c’è riuscita.

Daniele Bernardini