Leonardo
Biagiotti
Difficile non comprendere poi la frustrazione dei commercianti e degli artigiani costretti a chiudere per l’ennesima volta. Infine i numeri dell’ospedale e dei contagi, perfino peggiori di quelli dell’anno passato.
Eppure è anche falso dire che non è cambiato nulla. Basta pensare al sentimento prevalente di oggi e a quello
di allora. Dove c’era smarrimento, paura di fronte ad un nemico ignoto, adesso c’è rabbia. Rabbia perché tutti possiamo constatare che dopo essere stati per un anno intero a inseguire il virus, ora che lo possiamo anticipare, grazie ai vaccini, siamo di nuovo in ritardo. Adesso abbiamo un’arma, e sembra pure potente, ma non la stiamo usando. Un’arma che offre una prospettiva ed è questo che rende quest’anno diverso dal 2020: vediamo la strada, anche se non stiamo viaggiando. Più che recriminare per essere ripiombati nel lockdown, come in fondo è successo a tutti i Paesi del mondo, bisogna pretendere che il sacrificio chiesto ai cittadini abbia uno scopo. L’anno scorso era normale che il lockdown fosse solo "difensivo" perché non sapevamo contro cosa stavamo combattendo, stavolta invece deve essere "attivo", quindi bisogna far funzionare al massimo l’ottimo hub vaccinale della Cattedrale e tutti quelli allestiti in provincia, in Toscana e in Italia. E’ qui che bisogna marcare la differenza per nopn bollare questo marzo come "uguale" a quello passato. Su questo punto bisogna battersi a tutti i livelli. E allora il 2021 sarà molto diverso dal 2020. Anche in lockdown.