REDAZIONE PISTOIA

L’omicidio di Alessio Cini. In aula parla il fratello della vittima: "L’eredità era destinata alla sorella"

Un’altra lunga udienza ieri a Firenze: è stata ascoltata anche la suocera. Fissato un nuovo calendario. Il 20 marzo ci sarà l’esame dell’imputato Daniele Maiorino, che è deciso a dimostrare la sua innocenza. .

Daniele Maiorino, 59 anni di Agliana, è in carcere a Prato da un anno, accusato di omicidio aggravato dalla crudeltà

Daniele Maiorino, 59 anni di Agliana, è in carcere a Prato da un anno, accusato di omicidio aggravato dalla crudeltà

Il processo per il terribile delitto della Ferruccia di Agliana seguirà un nuovo calendario, più snello, che porterà alla conclusione dell’istruttoria con tutta probabilità il prossimo 8 aprile, mentre la discussione avverrà un mese dopo. È quanto è stato stabilito ieri, dopo una nuova udienza davanti ai giudici della Corte d’Assise di Firenze. Una data importante sarà quella del 20 marzo quando si svolgerà l’esame di Daniele Maiorino, operaio 59enne di Agliana, che si trova in carcere a Prato da un anno, accusato dell’omicidio volontario del cognato, aggravato dalla crudeltà. Sarebbe stato lui, secondo il sostituto procuratore Leonardo De Gaudio, che ha diretto le indagini svolte dai carabinieri di Pistoia, ad aggredire con una spranga il cognato Alessio Cini, all’alba dell’8 gennaio del 2024, per poi dargli fuoco quando lui era ancora vivo. Il terribile delitto si consumò nella corte della villetta trifamigliare nella quale Alessio Cini, 56 anni, tecnico tessile di Prato, abitava alla Ferruccia di Agliana, insieme alla figlia Vittoria.

Ieri sono stati a lungo ascoltati il fratello della vittima, Luca Cini, e la suocera di Alessio Cini, la madre dell’ex moglie. Il movente ipotizzato dall’accusa sarebbe quello economico: Maiorino avrebbe deciso di eliminare il cognato per ottenere l’affidamento della nipote e poter gestire anche l’eredità che a lei sarebbe andata. E riguardo all’eredità, ieri si è parlato anche di quella che i fratelli Cini avevano avuto da poco, dopo la scomparsa della madre, avvenuta nel luglio del 2023. Luca Cini ha spiegato che l’eredità sarebbe consistita in una casa colonica del valore catastale di circa 60mila euro e di poco più di 100mila euro, una eredità che i fratelli avevano deciso di destinare alla sorella, disabile, per garantire a lei le cure necessarie.

Poi è stata ascoltata la suocera di Alessio Cini, che ha smentito che ci fossero dissapori in famiglia, spiegando che alcuni contrasti sarebbero scaturiti dalla ripartizione delle spese condivise per la gestione della villetta.

La prossima udienza sarà quella più importante, durante la quale si svolgerà l’esame dell’imputato. Daniele Maiorino, che è difeso dagli avvocati Katia Dottore Giachino e Fulvia Lippi di Prato, si è sempre dichiarato innocente. Al centro dell’udienza ci sarà soprattutto l’esame dei contenuti delle intercettazioni ambientali, captate nell’auto dell’imputato, nelle quali Maiorino avrebbe descritto particolari dell’omicidio che, secondo l’accusa, sarebbero noti solo all’autore del terribile delitto. Nell’udienza del 20 marzo sarà ascoltata anche la figlia della vittima, Vittoria Cini, che oggi vive con lo zio Luca Cini, ed è seguita dai servizi sociali di Agliana. Vittoria Cini, è rappresentata dall’avvocato Andrea Torri, mentre suo curatore speciale è l’avvocato Francesca Barontini.

Il processo riprende il 20 marzo.

M.V.