CHIARA CASELLI
Cronaca

L’Orchestra di Mantova e il talento di Bronzi

Stasera al Manzoni l’atteso ritorno del violoncellista nella doppia veste di direttore e solista: un viaggio nella musica dal Settecento a oggi

Enrico Bronzi sarà stasera sul palco con l’Orchestra da Camera di Mantova

Enrico Bronzi sarà stasera sul palco con l’Orchestra da Camera di Mantova

Uno sguardo al Settecento e oltre, fino ai nostri giorni. Il terzo appuntamento della stagione concertistica dei Teatri di Pistoia (il primo del nuovo anno, stasera alle ore 20.30 al Teatro Manzoni), coincide con il ritorno dell’Orchestra da Camera di Mantova e del violoncellista Enrico Bronzi, nella doppia veste di direttore e solista: un musicista dall’immenso talento e dalla folgorante intelligenza che offre sempre esperienze d’ascolto uniche.

Il virtuale tracciato della serata si dipana nelle corti europee del Settecento: quella vivace di Eisenstadt, al confine tra Austria e Ungheria e quella sonnolenta di Madrid, mollemente adagiata in un secolare torpore sulle spoglie remote del Siglo de oro e non ancora scossa dall’onda dell’epopea napoleonica. Da una parte sta Franz Joseph Haydn, per trent’anni al servizio dei principi Esterházy, la più importante casata di Ungheria e, in seno all’impero austro-ungarico, seconda solo a quella degli Asburgo, nelle due residenze ufficiali: il palazzo di Eisenstadt e, a pochi chilometri, la sfarzosa tenuta di Esterháza. Dall’altra troviamo Luigi Boccherini, al servizio di Sua Altezza Reale Luigi, infante di Spagna e fratello del re Carlo IV di Borbone.

Del primo musicista saranno eseguiti il Concerto n.2 per violoncello e orchestra op. 101 VIIb/2, pietra miliare nel repertorio dello strumento, e la Sinfonia n.22 "Il filosofo" Hob. I:22. Di Boccherini, invece, la Sinfonia op.12 n. 4 "La casa del diavolo" che deve il suo nome all’indicazione che si legge sul manoscritto: "Chaconne qui représente l’Enfer et qui a été faite à l’imitation de celle de M. Gluck dans Le Festin de Pierre": una suggestiva Ciaccona che rappresenta l’Inferno ispirata al finale del balletto "Don Juan" di Gluck.

Oltre a ciò, una breve incursione nella Milano degli anni ’60 del ‘900 con un brano di rara esecuzione: la Musica Concertante per violoncello e archi di Giorgio Federico Ghedini, figura di grandissimo rilievo nell’Italia post bellica: tra i suoi allievi, Claudio Abbado e Luciano Berio.

Enrico Bronzi è protagonista di una brillante carriera che lo ha visto attraversare le sale da concerto di tutto il mondo, prima con il Trio di Parma, da lui fondato nel 1990, e, dal 2001, anche da solista, in seguito alle affermazioni al Concorso Rostropovich di Parigi e alla vittoria nella Paulo Cello Competition di Helsinki. Dal 2007 è professore all’Universität Mozarteum di Salisburgo. Suona un violoncello Vincenzo Panormo del 1775.

L’Orchestra da Camera di Mantova nasce nel 1981 e si impone all’attenzione generale per brillantezza tecnica, ricerca della qualità sonora, sensibilità ai problemi stilistici, tanto da ricevere nel 1997 il Premio "Franco Abbiati" quale miglior complesso da camera, capace di riproporre "un momento di incontro esecutivo alto tra tradizione strumentale italiana e repertorio classico".

Chiara Caselli