Quarrata (Pistoia), 10 novembre 2023 – La differenza che c’è tra riaprire o meno un negozio o un’attività commerciale è questione di metri, a volte di centimetri. Quei centimetri di acqua, fango e detriti che hanno invaso magazzini e spazi di vendita, quei metri di distanza tra vetrine sbriciolate dalla furia dell’acqua e quelle che, non si sa bene come, hanno resistito, limitando i danni al loro interno. Quella che tenta di rialzare la testa, ad una settimana esatta dall’alluvione più catastrofica di sempre da queste parti, è una Quarrata a due velocità. Nessuno si è arreso, nessuno getta la spugna ma, tra negozi e fabbriche, i destini di imprenditori e dipendenti sembrano non essere tutti uguali.
"Se si è salvato qualcosa? Poco o niente. Molto di più quanto abbiamo buttato o che si è irrimediabilmente rovinato – racconta sconsolato un dipendente del negozio di pellicce Romano Baroncelli, in piazza del Risorgimento –. Ci stiamo dando da fare dal giorno dopo l’alluvione. Abbiamo pulito tantissimo ma ancora c’è molto da fare. Ci vorranno settimane anche solo per iniziare a pensare di riaprire. Anzi, se vuole scusarmi, ho molto lavoro da fare". Poco distante, all’incrocio tra via Fermi e via Torricelli, il titolare di una storica azienda di materassi attende che il comune porti via le tonnellate di merce danneggiate fuori dal magazzino. "Questo è quanto è andato rovinato una settimana fa – racconta Giulio Mastropasqua, indicando una pila lunga 50 metri di materassi, inserti in gomma piuma e reti da letto accatastata fuori dal suo negozio –. Io non ho nemmeno avuto il coraggio di fare una stima dei danni. Così come non ho avuto il coraggio di finire le pulizie in un altro laboratorio, anche quello invaso dall’acqua e dal fango. Arrivati a questo punto, non so cosa succederà con l’azienda". Gomma piuma, pellicce, materiali elettronici: oggetti che, se intaccati da acqua e fango, diventano irrimediabilmente inutilizzabili. Anche i libri rientrerebbero in questa categoria: eppure, a Quarrata, un piccolo miracolo è successo. Alla libreria Il Ghirigoro, all’angolo con via Montalbano, una settimana fa acqua e fango erano penetrati dalla vetrina che affaccia sulla piazza, devastando stand e scaffalature interne. Ora le luci sono accese, i pavimenti puliti e i libri sono, in buona parte, tornati sugli scaffali.
"Occorrerà ancora un pochino di tempo – racconta Cinzia Baldi, la titolare – ma la libreria tornerà. Non mi sogno nemmeno di darla vinta alle calamità naturali! Noi siamo più forti". E poi, continua: "Un grazie enorme va ai miei concittadini che in massa sono venuti a darmi una mano, ogni giorno. Chi abita qui ha dimostrato un senso di comunità ed un affetto strabiliante. Tantissime persone che hanno spalato fango per giorni e che hanno aiutato questo negozio, e molti altri, a tornare com’erano prima dell’alluvione". C’è, purtroppo, il rovescio della medaglia. "Quello che vedi – conclude Cinzia – è ciò che si è salvato. Purtroppo molti libri si sono rovinati, tutto ciò che si trovava posizionato sotto il metro è andato rovinato ed è stato buttato. Noi, però, non ci arrendiamo".