Appena l’altro ieri, era a Palazzo Fabroni, all’inaugurazione della mostra di Federico Tiezzi ispirata alle Vite del Vasari, e in tanti l’avevano abbracciato e salutato. Un ultimo incontro che ha reso ancora più lancinante, per i suoi tanti amici, questo repentino addio a una delle personalità artistiche pistoiesi più affascinanti e amate, quella di Andrea Dami. L’ultima foto è quella che gli ha scattato la scrittrice Laura Vignali. E’ il brindisi per il compleanno di Andrea, festeggiato a casa Vignali la sera del 25 settembre, accanto a lui, inseparabile, la moglie Anna Venturi. Avevamo parlato, su queste pagine, della loro grande amicizia: Andrea aveva dipinto il fondale del plastico su cui scorre il bellissimo trenino realizzato dal marito di Laura, il dottor Giuseppe Scalise, grande collezionista di trenini storici. Avevano trascorso una serata bellissima tutti insieme e Laura e Giuseppe avevano preparato, per Andrea, un biglietto d’auguri pieno di farfalle. La città è annichilita, spiazzata da questa morte.
"Andrea – ci aiuta a ricordare l’amico Lorenzo Maffucci – si è speso fin dai suoi vent’anni nell’insegnamento, portando avanti in parallelo l’attività di artista e di attento connettore del tessuto artistico territoriale, grazie anche al lavoro svolto insieme ad Anna. Da artista ha lasciato il segno (in senso letterale e in senso figurato), a partire dagli anni Sessanta, attraversando media e linguaggi “tradizionali” come la pittura, la grafica e la scultura, ma anche tecniche ibride legate alla videoarte, di cui è stato insospettabile pioniere negli anni Ottanta. L’importanza del suo lavoro – improvvisamente in un momento come questo ecco cosa resta, cosa lo tiene ancora presente nel nostro mondo – si è espressa in particolare negli ultimi trent’anni in un filone fecondo di cosiddette “sculture sonanti”, opere di arte pubblica ingegnose, sottili, che hanno sollecitato il tatto, la vista, l’udito di chi ha avuto la fortuna di imbattercisi: nella nostra provincia, nel “Giardino sonoro” di Groppoli o alla Smilea di Montale, nelle piazze a Firenze, in Umbria, o in luoghi deputati all’immersione nell’idea dell’arte come la Fattoria di Celle a Santomato.
"Una presenza costante – ricorda ancora Lorenzo –, la sua, infaticabile e mai arresa anche al cospetto dell’evidenza della difficoltà apparentemente insormontabile di conciliare il peso e le dimensioni del mondo con la grazia di un segno e di un pensiero profondo e sottile come quello di Andrea. È un vuoto che già si sente. Daniel Spoerri, Giorgio Ulivi, Jaume Plensa, Dani Karavan, Armando Marrocco sono alcuni degli amici e dei colleghi con cui ha intrecciato il percorso negli anni. Un anno fa una delle sue più recenti mostre personali, “Segni liquidi”, nelle Sale affrescate del Palazzo comunale".
Lo ricordiamo anche, nel dicembre del 2021, a Palazzo dei Vescovi, interprete, con la sua arte, dell’evento delle donne del Moica "Ricucire gli strappi", le aveva invitate a portare, ognuna, un pezzo di stoffa che rappresentasse un momento importante della loro vita e poi erano state tutte cucite insieme. Una carriera intensa, difficile da riassumere. Andrea Dami si era diplomato all’istituto d’arte Petrocchi e poi, dal 1966 si era dedicato all’insegnamento di educazione artistica. La partecipazione alle mostre iniziò nel 1965 ma fu negli anni Novanta che la sua attività divenne più intensa.
Nel 1992 iniziò il periodo delle materializzazioni: sculture in cartapesta e videosculture.
Verso la metà degli anni Novanta realizzò uno spazio verde attrezzato il "Giardino della Memoria" a Castelmartini per commemorare la strage del Padule di Fucecchio. Sono della fine degli anni ’90 le sculture sonanti: Sogno, Quattro Stagioni, Menhir, esposte a Pistoia, Pisa, Perugia e alla Stazione di Santa Maria Novella a Firenze, e L’ala dell’angelo, scultura sonante in ferro esposta e suonata nello Spazio-teatro”della Fattoria di Celle di Pistoia, in occasione della Cerimonia del tè di Dani Karavan.
lucia agati