Pistoia, 11 gennaio 2025 – Il primo tempo è scaduto. E ora il nuovo conto alla rovescia è impostato al 5 febbraio 2025, data entro la quale Andrea dovrà lasciare – stavolta in modo forzato, probabilmente – l’appartamento nel quale vive. Storie di ordinaria morosità? Non proprio, dal momento che la condizione di Andrea Giardina, 42 anni, malato di Sla, la cui vicenda già avevamo raccontato su queste pagine – con un parziale lieto fine: i trasporti verso la Maic per la riabilitazione sono tornati gratuiti – è tutt’altro che ordinaria. La sua condizione di salute infatti lo ha costretto a lasciare il lavoro e di risparmi per gestire questa nuova vita dove l’aiuto degli altri è praticamente sempre necessario in tasca ce ne sono sempre meno.
A battagliare per lui ci sono i genitori, ogni volta in prima linea cercando di mettere una pezza laddove la vita di tutti i giorni apre voragini. Ma risolvere il capitolo casa sta risultando una faccenda piuttosto complessa. “Mercoledì mattina c’è stato il primo accesso con l’ufficiale giudiziario – dice mamma Anita -. È stato un momento spiacevole, nel quale comunque Andrea ha tentato di spiegare le proprie difficoltà e quanto finora è stato fatto nel tentativo di arrivare a soluzione. Andrea disponeva fino al 31 dicembre scorso di un contributo per morosità incolpevole erogato dai servizi sociali, contributo che gli sarebbe stato rinnovato anche per una parte del 2025 ma che è stato posto in stand by proprio con l’arrivo dello sfratto un mese fa. Abbiamo già fatto la domanda per la casa popolare e la casa d’emergenza, ma le graduatorie fino alla primavera non saranno note. Abbiamo chiesto aiuto al sindaco il quale ci ha assicurato che sta lavorando al nostro caso.
Ho mobilitato associazioni e fondazioni incontrando ogni volta grande gentilezza e comprensione, ma non sono riuscita a trovare risposta al problema di Andrea. È vero, c’era stata una proposta, ma era per un alloggio in condivisione. Non vogliamo accampare pretese ma Andrea è una persona malata con un figlio minore che ha bisogno di mantenere la sua dignità e quindi anche la sua privacy”.
Poco meno di un mese e, se nulla cambierà nel frattempo, a quella porta tornerà a bussare chi ha il titolo per chiedere e ordinare lo sfratto. “Chiediamo solo almeno una dilatazione dei tempi, quel che serve a consentirci di trovare una soluzione alternativa alla quale stiamo lavorando già da dicembre – conclude Anita -. Andrea ha avuto qualche piccolo beneficio dalle riabilitazioni che sta svolgendo alla Maic, un piccolo conforto in un’odissea fatta di grandi travagli che sarebbe bello potesse trovare sponda positiva in questa vicenda legata alla casa”.
l.m.