
Le indagini dei carabinieri (Foto di repertorio)
Pistoia, 1 aprile 2025 – “Speravamo nella fine di un incubo, invece dovremo aspettare ancora. Mentre i nostri bambini stanno combattendo la loro battaglia per superare i traumi che hanno subito”. È lo sfogo di alcuni genitori dei bambini, di età tra i tre e i cinque anni, della piccola scuola dell’infanzia dove sarebbero avvenuti maltrattamenti continui: punizioni, urla e strattonamenti.
Episodi che hanno portato, il 16 aprile di un anno fa, all’arresto di una maestra di 62 anni, accusata di maltrattamenti sui piccoli, mentre una sua collega dovrà rispondere di abuso di mezzi di correzione e omessa denuncia. Ieri mattina si è svolta l’udienza davanti al gup Patrizia Martucci, a cui hanno assistito alcune delle cinque famiglie che sono state ammesse come parti civili nell’eventuale procedimento, e che sono rappresentate dagli avvocati Elena Baldi e Fausto Malucchi. Sono ben quindici le parti offese.
Il sostituto procuratore Chiara Contesini che ha diretto le indagini dei carabinieri, lo ricordiamo, aveva già chiesto il rinvio a giudizio per l’insegnante 62enne, che lo scorso 3 maggio aveva ottenuto la revoca degli arresti domiciliari mentre è stato disposto il divieto di esercitare l’attività di insegnante per un anno. Ieri mattina, l’avvocato Gerardo Marliani che rappresenta la maestra 62enne, ha chiesto la trascrizione delle intercettazioni ambientali e del materiale audio delle video riprese catturate all’interno della scuola dove i carabinieri avevano piazzato le telecamere nascoste. Per l’altra insegnante, difesa dall’avvocato Gianluca Gambogi di Firenze, è stato chiesto il patteggiamento. Il giudice si è riservato la decisione e la prossima udienza è stata fissata al 16 aprile.
All’uscita dal tribunale i genitori dei bambini si sono abbandonati al pianto, raccontando quanto stanno ancora affrontando con i loro figli e i momenti difficili della scoperta di quanto avrebbero subito.
“Non è stato facile capire cosa stesse accadendo – hanno raccontato i genitori – I nostri figli hanno cominciato ad avere terrore di andare a scuola. Avevano paura ad essere accompagnati al bagno, perché anche lì avvenivano le punizioni. Avevano timore di giocare con lo scotch e poi abbiamo scoperto che venivano legati mani e piedi e le loro bocche sigillate. Punizioni che avrebbero subito per mesi”. Il periodo più doloroso, secondo quanto raccontato dalle famiglie, sarebbero stati i tre mesi nei quali, dopo la denuncia ai carabinieri e l’avvio delle indagini, sono state piazzate le telecamere nascoste che hanno ripreso quanto accadeva nella scuola.
“A quel punto – hanno raccontato mamme e padri – eravamo consapevoli degli abusi, ma dovevamo attendere perché fossero raccolte le prove. Oggi molti dei nostri bambini stanno elaborando quei traumi. Sono seguiti da psicologi e logopedisti, ma gli incubi li hanno ancora”.
Da parte sua, l’insegnante 62enne si è sempre dichiarata innocente, ed estranea a tutte le accuse. Già in passato la donna aveva patteggiato una pena risalente al 2018, per abusi di mezzi di correzione, quando insegnava in un’altra scuola.
Martina Vacca