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Manifestazione di protesta davanti alla Prefettura (Luca Castellani/Fotocastellani)
Pistoia, 9 febbraio 2025 – Almeno un centinaio le persone che ieri mattina hanno preso parte alla manifestazione organizzata dai residenti di Vicofaro, per chiedere legalità e decoro per un quartiere che da anni sta affrontando una difficile convivenza, quella con il centro di accoglienza dei migranti nella parrocchia di don Massimo Biancalani. La manifestazione si è svolta davanti alla Prefettura in via Pertini, prima di tre tappe: altre due saranno organizzate davanti alla diocesi, in via Puccini, e infine davanti alla chiesa di Santa Maria Maggiore.
Il motivo è chiaro, i cittadini, come hanno ribadito anche ieri, chiedono risposte agli unici interlocutori che potrebbero, a loro avviso, porre fine a una situazione divenuta insostenibile: il prefetto, il vescovo e infine lo stesso don Massimo Biancalani. Sotto la pioggia battente, si sono susseguiti gli interventi dei referenti del Comitato, mentre un altro gruppo teneva alto lo striscione con la scritta: “Legalità, degrado e paura: ora basta”. Presenti silenziosi anche gli assessori Alessandro Sabella e Gabriele Sgueglia e diversi consiglieri comunali di maggioranza: Lorenzo Galligani e Francesca Capecchi (Fdi), Iacopo Bojola (Fi) e Cinzia Cerdini (Lega), accompagnata dal deputato del Carroccio Andrea Barabotti.
A prendere la parola per primo uno dei residenti più vicini al centro di accoglienza, un confinante, come lui stesso si è definito, Carmi Petrucciani. “La situazione che viviamo nel nostro quartiere – ha spiegato – è quella che è stata riassunta nel volantino che abbiamo distribuito: sassaiole, minacce, offese, accoltellamenti, risse feroci, violenza sessuale, purtroppo anche un caso di morte per attacco epilettico. È questo il contesto nel quale viviamo da anni, con totale indifferenza sia della prefettura che della curia vescovile. Oggi siamo qui per gridare: ’Vergogna’. La stessa cosa faremo in via Puccini, sotto le finestre del vescovo. Gridiamo vergogna per i gravissimi rischi e pericoli, senza escludere focolai epidemici dovuti alla totale mancanza di controlli. Ci sono stati e forse ci sono ancora casi di tubercolosi”. Poi l’attacco alle istituzioni tutte, indicate come le responsabili di questa situazione che, secondo i residenti, avrebbe trasformato il quartiere in un ghetto.
Ma i residenti hanno posto l’attenzione anche sulle condizioni definite “disumane” nelle quali sono costretti a vivere gli stessi ospiti del centro di accoglienza, senza servizi igienici adeguati, e in locali “abusivi”. A conferma di questo, i molteplici verbali dell’Asl che hanno evidenziato la presenza di colonie di ratti, tanto per citare uno dei problemi, come hanno spiegato ieri. I residenti hanno chiesto a gran voce una presa di coscienza della situazione da parte dello stesso parroco, don Biancalani, “Se vuole essere credibile – ha detto nel suo intervento Fabrizio Capecchi – venga a dormire in canonica, si trasferisca qui accanto a noi. Ci dicono fascisti e razzisti, ma nessuno di noi ha mai mancato di rispetto agli altri. La verità è che siamo soli, ci hanno abbandonato tutti, per prime le istituzioni”.
Al termine della manifestazione, l’onorevole Andrea Barabotti della Lega, ha accompagnato una delegazione di cittadini in prefettura, insieme al capogruppo della Lega in consiglio comunale Cinzia Cerdini e al commissario cittadino della Lega Andrea Allori. Durante l’incontro con il vicario del prefetto, Barabotti ha sottolineato come i cittadini siano esasperati. “L’unica soluzione accettabile è azzerare la presenza di stranieri nella parrocchia e restituire la zona alla comunità locale – ha dichiarato Barabotti –. L’aumento della sorveglianza da parte delle forze dell’ordine può essere accettabile come misura temporanea, ma solo per arrivare al completo svuotamento della parrocchia”. L’onorevole ha inoltre ricordato che la Regione Toscana, già nel 2021, aveva stanziato oltre 200mila euro per decongestionare Vicofaro e che ulteriori risorse sono state erogate negli anni successivi, invano.
Martina Vacca