PIERA SALVI
Cronaca

In ottocento marciano per la giustizia

L’appello ai cittadini: "Chi sta in silenzio è complice, denunciate"

Durante la marcia sono comparsi tanti striscioni per la giustizia

Agliana (Pistoia), 16 settembre 2019 - Tanti cittadini, associazioni e sindaci di vari comuni della Toscana hanno partecipato sabato alla 26ª ‘Marcia per la giustizia Agliana-Quarrata’. Tema di questa edizione ‘Dalla paura al coraggio’, un invito a riflettere sulla paura e l’indifferenza che fanno perdere il senso delle relazioni umane. La marcia è organizzata da Rete radié resch di Quarrata (coordinatore Antonio Vermigli), in collaborazione con i comuni di Quarrata e Agliana e di Libera-associazioni contro le mafie. Gli organizzatori rilevano che oggi viviamo «dominati dall’ideologia della paura che congela tutte le positività che abbiamo». C’è dunque bisogno di un «risveglio di autocoscienza umana».

Da Agliana hanno dato il via al lungo e colorato corteo (partito verso le 19), Antonio Vermigli e il sindaco Luca Benesperi, il primo sindaco aglianese di centrodestra. «La marcia per la giustizia è parte integrante della nostra comunità – ha detto Benesperi –. La mia non è una presenza di forma, ma convinta e consapevole della differenza di posizioni, rispetto a tanti che sono in questa piazza. Ma la marcia è un viatico per riscoprire il senso della comunità, per riscoprire nell’altro una ricchezza».

Circa ottocento i partecipanti. All’arrivo a Quarrata, gli interventi del sindaco Marco Mazzanti, di don Luigi Ciotti (fondatore del Gruppo Abele e Libera, ormai una presenza storica alla manifestazione), Antonietta Potente (teologa domenicana), Mohamed Ba (senegalese, attore, scrittore e mediatore culturale). Don Massimo Biancalani, parroco di Vicofaro, ha lasciato la parola a Diba, uno dei migranti da lui accolto, che ha raccontato direttamente la sua esperienza. Mohamed Ba, ha portato l’attenzione sull’ecologia e sull’indifferenza dei passanti quando, dieci anni fa, subì un’aggressione. Antonietta Potente ha spiegato come paura e coraggio fanno entrambi parte della vita. Per don Ciotti il male ha come complici: silenzio, indifferenza, inerzia, ipocrisia e anche mancanza di coraggio. Per il sacerdote le necessità più urgenti sono una nuova unità nella diversità, politiche a sostegno dei più vulnerabili: migranti, poveri e giovani. «La vera riforma – ha sottolineato don Ciotti – comincia dalle coscienze, dal seguire la logica del noi».