Comincia questa mattina, dopo le dieci, nell’aula bunker di Santa Verdiana, a Firenze, davanti ai giudici popolari della Corte d’Assise, il processo per un femminicidio che risale a sedici anni fa, il 19 aprile del 2008. Sotto accusa c’è Pasquale Buccolieri, camionista di Porcari, in provincia di Lucca, oggi cinquantenne. L’uomo è accusato di aver massacrato a coltellate Isabel Cristina Macarthy, che aveva 46 anni. Nel corso dell’udienza di questa mattina saranno depositate le liste testi della pubblica accusa, che sarà sostenuta in aula dal pubblico ministero Luisa Serranti, applicata da Firenze per questo caso, dell’avvocato di parte civile Maria Di Rocco del foro di Prato, e del difensore dell’imputato, l’avvocato sara Tordazzi del foro di Pistoia. L’udienza dovrebbe quindi essere aggiornata alla prossima data utile per l’inizio del dibattimento. Tra le persone chiamate a testimoniare dall’avvocato Di Rocco, anche il dentista di Buccolieri, un professionista di Lucca che aveva fatto il calco alla dentatura dell’imputato, un elemento risultato poi determinante nel corso delle indagini.
A inchiodare Buccolieri sarebbe stato il suo Dna, trovato sul corpo della vittima dove era stato rilevato, nel corso dell’autopsia, un morso su una gamba da cui i periti avevano prelevato l’impronta della dentatura e quindi la traccia biologica. Isabel era originaria del Brasile, ed era arrivata a Montecatini da Santa Cruz Do Sol. Riceveva i clienti in un piccolo appartamento di via Marconi, al numero 66. Ed è lì che fu trovato il suo corpo dopo l’allarme delle amiche che inutilmente bussavano alla porta e le telefonavano. Il delitto fu fatto poi risalire al pomeriggio del 19 aprile del 2008. Isabel fu trovata la sera dopo, riversa nel suo letto, seminuda, in un lago di sangue. Era morta dissanguata. La vittima aveva aperto al suo killer, che poi si era richiuso la porta alle spalle.
Le indagini della Polizia di Stato furono difficili. L’agenda di Isabel conteneva i nomi di molti uomini. Nel 2019 ci fu una richiesta di archiviazione, ma oltre un anno fa le indagini hanno ripreso vigore grazie alle più sofisticate tecnologie oggi a disposizione degli investigatori e, soprattutto, alla possibilità di confrontare le banche dati. Dal Dna rilevato sul corpo della vittima gli inquirenti risalirono prima al fratello dell’imputato che però era in carcere all’epoca e quindi non poteva essere l’autore del delitto. L’accertamento successivo inchioderebbe quindi Buccolieri.
Sono parte civile, in questo processo, il figlio di Isabel, Erlon e il fratello Paulo Gabriel. Vivono in Brasile, ma attraverso l’avvocato Maria Di Rocco hanno seguito costantemente ogni fase delle indagini.
l. a.