
L’operazione della Guardia di Finanza e della Questura di Pistoia
Sulla carta era nullatenente, ma aveva un tenore di vita elevatissimo: auto di lusso, case, gioielli e orologi. Beni acquistati grazie alle truffe perpetrate e alle risorse sottratte alle imprese che aveva portato al fallimento. Nei guai è finito un cinquantasettenne di origine siciliana, da tempo residente in provincia di Pistoia. L’uomo, pregiudicato, è stato denunciato per il trasferimento fraudolento di valori e intestazioni fittizie (articolo 512 bis). Ma soprattutto, grazie all’operazione "Italian hustle" portata a termine dalla Divisione anticrimine della Questura e dalla Guardia di Finanza di Pistoia, sotto la direzione della Procura di Pistoia, è stato possibile mettere mano su quel tesoretto provento di attività illecite, portate avanti per venti anni. Un impero fatto di case, terreni, auto, ma soprattutto denaro contante per un valore complessivo di quasi 740mila euro. Beni che il faccendiere avrebbe intestato fittiziamente ai propri famigliari. Diverse le attività in cui sarebbe stato impegnato, tra cui un concessionario di auto di lusso.
Nel dettaglio, il Tribunale di Firenze, ufficio Misure di Prevenzione, accogliendo quanto prospettato dal Procuratore della Repubblica di Pistoia e dal Questore di Pistoia, ha disposto il sequestro di tre case in provincia di Latina, tredici terreni che si trovano nel comune di Montemurlo, due auto e tre polizze vita, per un valore complessivo di 126mila euro. La Procura di Pistoia ha disposto, contestualmente, l’esecuzione di perquisizioni domiciliari, nei confronti dell’uomo e di quattro suoi famigliari, ritenuti responsabili di riciclaggio, autoriciclaggio e trasferimento fraudolento di valori. Insieme alle questure di Pisa e Livorno e il gruppo Scico della Guardia di Finanza di Roma e il nucleo operativo Metropolitano Firenze sono stati sequestrati nelle province di Prato, Pisa, Livorno e Latina, non solo gli immobili, i terreni, le auto e le polizze vita, ma anche una grande quantità di altri beni di pregio e valori, di cui gli indagati non sono stati in grado di dimostrare, al momento, la legittima provenienza: soldi, arredamento di lusso e fucili da collezione, per un valore di oltre seicentomila euro. Nei sequestri è stata usata strumentazione all’avanguardia per la ricerca di eventuali somme di denaro nascoste in pareti o intercapedini, e un’unità cinofila addestrata alla ricerca di valuta, ’cash dog’, del nucleo operativo Metropolitano Firenze.
All’individuazione del tesoretto provento delle attività illecite si è arrivati grazie alla ricostruzione del profilo soggettivo operata dalla Divisione Anticrimine della Questura di Pistoia ed agli approfonditi accertamenti patrimoniali sviluppati dal Nucleo di Polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza di Pistoia. Grazie alla normativa antimafia è possibile poi aggredire i patrimoni illecitamente accumulati, anche se i beni siano stati formalmente acquisiti dai componenti della famiglia dell’indagato, laddove risultino comunque sproporzionati rispetto ai redditi complessivi legalmente percepiti e dichiarati.