Tanta soddisfazione e apprezzamenti positivi per il lavoro di ricerca storica realizzato dalle studentesse e dagli studenti della classe III A della secondaria di primo grado dell’Istituto Comprensivo Nannini di Vignole. Un lavoro impegnativo, di studio e di scrittura durato tutto l’anno scolastico, che ha portato alla stesura di un libro sulle donne del territorio tra Pistoia e Prato che hanno dato un contributo alla Resistenza e alla lotta al nazifascismo. "Memorie di resistenza e coraggio al femminile", questo il titolo del piccolo volume, stampato in proprio con i fondi della scuola, frutto di un lungo percorso di studio e approfondimento.
"Nei libri scolastici di storia si parla sempre di uomini che nel bene e nel male hanno svolto grandi imprese come se anche le donne non avessero fatto la loro parte – ha spiegato Alessandra Rossi, la docente di lettere del Nannini che ha curato tutto il progetto, insieme al collega Basilio Gioitta – per questo abbiamo voluto dare questo taglio al lavoro di ricerca. Le ragazze e i ragazzi hanno spulciato gli archivi dell’Istituto storico della Resistenza di Pistoia e del Museo della Deportazione e Resistenza di Prato (dove poi hanno presentato il libro ai primi di giugno), indagando vecchi documenti e fotografie e in alcuni casi siamo riusciti a rintracciare i discendenti delle donne pistoiesi partigiane o comunque vicine al movimento della Resistenza". Ecco che dalle pagine del libro insieme alle tante storie di donne, corredate da foto e scheda di presentazione, emergono anche le testimonianze tramandate al nipote Giovanni Fochi da Liliana e Lina Cecchi, le due sorelle ‘partigiane combattenti’ ritratte in una foto del ‘44 con il fucile in mano e diventate simbolo della Liberazione; o narrate a Gloria dalla madre Lea Niccolai, staffetta partigiana. E ancora, i racconti fatti alla nipote Caterina dalle due nonne materna e paterna Olga e Giulia di Montemagno, che pur non essendo propriamente partigiane dettero comunque il loro aiuto a chi era impegnato nella Liberazione.
"Per tutta la classe questo è stato un lavoro che ha insegnato molto – aggiunge Alessandra Rossi – per esempio a capire che la storia si studia partendo dai documenti, a comprendere che il passato del nostro territorio non è così lontano nel tempo come può sembrare e a puntualizzare certi temi che hanno un valore educativo universale. Un ringraziamento va a Enrico Iozzelli (nella foto con uno degli studenti), del Museo della Deportazione che ci ha aiutato nelle ricerche e alla nostra segreteria scolastica con Giovanni Niccolai e Daniela Marino per averci sostenuto nell’impresa della stampa"
Daniela Gori