Davide Costa
Cronaca

"Mercato ridotto del 50% Ma la montagna è sicura"

L’analisi di Ejarque (FTourism&Marketing): "La capacità di spesa è ridotta di un terzo e ci sarà grande attenzione all’igiene"

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La montagna si prepara all’estate. Ma senza regole comuni non si riparte. E’ quanto è emerso dalla conferenza digitale organizzata da Doc-Com alla quale hanno preso parte l’amministratore unico FTourism&Marketing Josep Ejarque, il presidente di Enit Giorgio Palmucci, la presidente di Anef Valeria Ghezzi e alcuni operatori del turismo alpino. "Il mare – ha spiegato Ejarque – resta la località di vacanza preferita in estate, ma ci sono delle novità dovute al Covid. Le persone non sono più disposte a fare vacanza a qualunque prezzo e il tema della vulnerabilità ben presente. Per tornare ai livelli del 2019 serviranno, nella migliore delle ipotesi, da 14 a 16 mesi, due anni se le cose dovessero mettersi male. Il mercato ha paura, i turisti vogliono prenotare, ma hanno bisogno di flessibilità. Serviranno proposte che assecondino questa flessibilità e prenotazioni senza penali. I millennials saranno i primi a ripartire, poi ad agosto presumibilmente le famiglie". "Il concetto di quest’anno è resistere – prosegue Ejarque –: il mercato sarà presumibilmente ridotto del 50%, con una minore permanenza media (3-4 giorni) e una capacità di spesa ridotta del 30%. Ci saranno anche nuove abitudini di turismo: la garanzia dell’igiene diventa cruciale. E avremo sicuramente una concorrenza inferocita. Infine bisogna considerare che è necessario resettare il sistema di promozione facendo un piano di battaglia adatto alle mutate condizioni. Le misure di protezione devono essere chiare e comunicate".

"La ripartenza sarà lunga – le parole di Giorgio Palmucci, presidente di Enit –, prevedere i flussi è estremamente difficile. Puntiamo alla promozione del turismo domestico: se tutto va bene ci attendiamo gli stranieri in autunno. Bisogna evitare accordi bilaterali che dimostrerebbero mancanza di solidarietà a livello europeo. Dobbiamo stringere patti, almeno all’interno dell’area Schengen, evitando l’obbligo per i turisti stranieri, di sottoporsi a una quarantena al loro ingresso in Italia. Fondamentale è anche che ci siano protocolli sanitari unici per tutta l’Italia".

"La chiusura degli impianti a inizio marzo – ha raccontato la presidente di Anef Valeria Ghezzi – è stata burrascosa e ha creato una sorta di pregiudizio sulla sicurezza degli impianti di risalita. Il rischio è questo pregiudizio lo abbia anche il governo e infatti a oggi il settore è ancora fermo. Adesso, invece, è il momento di riaprire tutti e con le stesse regole. Non dimentichiamoci che gli impianti sono sicuri in primis perché il trasporto dura poco (in media dai 6 agli 8 minuti), ma anche perché le cabine possono essere areate molto bene".