Pistoia, 27 ottobre 2018 - I migranti ospitati nei locali della parrocchia di Vicofaro, presto avranno una nuova casa. A breve potranno infatti contare su una nuova struttura che, su richiesta della Regione e sulla base di un progetto che don Massimo Biancalani dovrà presentare, la Asl Toscana Centro metterà a disposizione per trasferirvi alcuni migranti che oggi si trovano nella parrocchia di Santa Maria Maggiore. Ancora però non è chiaro, perché la Regione aspetta un progetto da Vicofaro, quanti e quali ragazzi saranno accolti nel nuovo centro. Probabilmente si tratterà in gran parte di stranieri attualmente ospitati a Vicofaro fuori progetto, come ha detto ieri don Biancalani a «La Nazione», ma in Regione non escludono nemmeno che nella nuova struttura possano finire alcuni ospiti del Cas di Ramini e Vicofaro. Tutto dipenderà dal progetto nero su bianco.
Ieri intanto a Firenze c’è stata la firma del protocollo d’intesa da parte dell’azienda, del presidente della Regione Enrico Rossi e di don Massimo Biancalani, parroco di Vicofaro. Sarà la Asl che a breve individuerà un immobile idoneo a svolgere le funzioni di centro di accoglienza per migranti, scegliendolo tra le sue proprietà non utilizzate a fini istituzionali. Da parte sua, il Centro migranti si impegna a corrispondere alla Asl un canone di affitto definito sulla base del progetto di accoglienza che il centro presenterà. Alla Regione, una volta esaminato il progetto, spetterà rilasciare il consenso sull’immobile. Ci sarebbero al momento due, tre ipotesi da valutare, una delle quali nel comune di Massa e Cozzile. Ci sono «rumors» (al momento non confermati) su Villa Ankuri, divisa tra Massa e Cozzile e Buggiano, ma lì ci sono attività dell’Asl.
«L’iniziativa che ha preso nei nostri confronti il presidente Rossi e la fiducia che ha sempre avuto in noi, sono importanti e le accogliamo con grande piacere. Ci consentirà di sviluppare il nostro progetto legato a due piccole parrocchie e di immaginare sviluppi successivi di questa esperienza di accoglienza». Così don Massimo Biancalani, che a Firenze si è lamentato della latitanza dello Stato e dei recenti controlli con la mobilitazione di 50 esponenti delle forze dell’ordine.
Secondo il presidente Rossi, il lavoro che don Biancalani conduce è verso ragazzi che altrimenti vagherebbero per le strade. Non affrontare il problema significa esasperare le situazioni, generare degrado, violenza, disperazione, mettendo a rischio i cittadini, cosa che vogliamo evitare in ogni modo. Invece ci sono le intelligenze, le risorse e la forza per gestire la questione. Serve applicare lo ius soli, che permetterebbe di dare la cittadinanza ad un milione di persone che ne hanno diritto, perché qui sono nate e da molto tempo risiedono in Italia». L’assessore regionale all’immigrazione, Vittorio Bugli, ha ricordato che in Toscana sono in aumento i bambini nati da cittadini stranieri e che c’è spazio per il loro inserimento. «Che deve essere fatto di azioni concrete – ha precisato – Altrimenti finiranno nella zona grigia di chi è costretto a nascondersi».
Maurizio Costanzo