di Giacomo Bini
Giacomo Di Napoli non era solo un campione di volo acrobatico in aliante ma anche un nuotatore di fondo, che ha fatto parte fin da ragazzino della squadra della Cogis Nuoto. La piscina di Montale, dove ha imparato a nuotare, era per lui una seconda casa e proprio giovedì scorso, tre giorni prima della tragedia, vi aveva conseguito il brevetto di istruttore di nuoto. Insieme a lui, avevano frequentato il corso per istruttore due sue grandi amiche, Rachele Paggetti e Ginevra Matassa, di poco più giovani di Giacomo, che ora sono straziate dal dolore. "Era come un fratello – dice Rachele – ci siamo conosciuti a primi corsi di nuoto, da bambini, abbiamo imparato a nuotare insieme e poi siamo sempre stati compagni nella squadra agonistica della Cogis". "Giovedì scorso abbiamo superato insieme l’esame per istruttore – racconta Ginevra – e venerdì eravamo tutti e tre a fare il nostro tirocinio nei corsi di nuoto in piscina".
Ginevra e Rachele erano insieme anche quando hanno appreso la notizia della tragedia. "Eravamo a cena in pizzeria – raccontano – dopo il lavoro alla Cogis e ci hanno telefonato i nostri genitori, è stato terribile, volevamo partire subito per andare là dov’era successo, ma ci hanno detto che era inutile, è stata una notte durissima". Giacomo Di Napoli faceva gare specialmente di fondo: 800 metri, 1.500 anche 3000, anche se si faceva valere anche nel dorso. "Giacomo era estremamente energico – racconta Rachele con la voce rotta dalla commozione – era un vulcano di idee, ha fatto un sacco di sport perché ha sempre voluto dare il massimo in tutto, in quello che faceva ci metteva sempre la testa e il cuore, nel nuoto e nel volo. Tutto quello che ha fatto lo ha fatto al massimo e quando si impegnava in qualcosa voleva portarlo a termine con grande determinazione anche a costo di sacrificio, lui era grato al nuoto proprio per questo perché diceva che gli aveva insegnato la disciplina".
Talento precoce Giacomo Di Napoli è stato il più giovane in Italia a prendere i tre brevetti per il volo a vela a 16 anni, per l’aereo e per l’elicottero a 17, per l’elicottero biposto a 18 anni. Anche la maturità l’aveva conseguita con un anno di anticipo all’istituto d’arte Petrocchi di Quarrata. Nel 2021 si era laureato campione italiano di acrobazia in alienate. Ora si preparava per i campionati mondiali. In piscina era soprannominato "spaccamontagne" per la forza di volontà e la tenacia, ma sapeva essere dolce e solidale. "Quando ci si parlava si interessava sempre molto alle persone – dice Ginevra – e soprattutto cercava sempre di darti un aiuto, a suo modo ma cercava sempre di aiutare. Era allegro e scherzoso, ma quando c’era da metterci la testa lo scherzo finiva e iniziava l’impegno. In ogni situazione sapeva sempre come comportarsi".
"Lui ha deciso fin da ragazzo quello che voleva fare nella vita – aggiunge Rachele – lo ha portato avanti, era molto maturo e anche freddo, quando decideva una cosa non c’erano ripensamenti, sapeva che era la decisione giusta e se la sentiva dentro, non si voltava indietro. In quello che faceva non ha mai corso rischi, ha sempre seguito tutte le regole e i protocolli, malgrado la grande bravura e abilità non era affatto una persona avventata, soprattutto in aliante. In questo periodo aveva solo il pensiero dei mondiali, questo era il suo obiettivo e voleva arrivarci". Alla piscina di Montale tutti conoscevano Giacomo e tutti lo piangono. "Oggi proprio non sapevamo come fare a lavorare – dice Silvia Noci – Giacomo era una persona eccezionale, amatissimo da tutti, educatissimo, gentile, modesto, disponibile sempre per tutti. Nel giorno del funerale chiuderemo per lutto la piscina, vogliamo essere tutti accanto a lui e alla famiglia".