REDAZIONE PISTOIA

‘Morire di mafia’, la dura lotta per la legalità

Un volume corale appena uscito in libreria, curato dalla pistoiese Alessia Pacini dell’associazione ’Cosa Vostra’ nata nel 2015

Tutte quelle storie sono macchiate di sangue, eppure i ragazzi dell’associazione Cosa Vostra, nata nel 2015 per promuovere e diffondere una cultura improntata alla legalità, vogliono continuare a chiamarle "storie di vita".

Di queste storie ne è pieno il libro "Morire di mafia-La storia non si cancella" (Sperling & Kupfer, 2020) da pochi giorni uscito in tutte le librerie d’Italia. A tirare le fila di questa appassionata pubblicazione corale in veste di curatrice nonché ‘vertice’ di Cosa Vostra c’è la pistoiese Alessia Pacini, 27 anni – non la sola pistoiese del team: in redazione c’è anche Carolina Frati -, da tempo incardinata in un percorso formativo-lavorativo orientato alla cooperazione, alla solidarietà e al giornalismo. "L’idea del libro è nata un paio di anni fa, sostenuta dal giornalista Attilio Bolzoni col quale già collaboriamo da tempo – racconta Alessia -. Il lavoro fin da subito si è concentrato sulle vittime di mafia loro malgrado meno conosciute. Poi nel luglio 2019 è arrivata la chiamata dalla Sperling &Kupfer e in seguito a una bella chiacchierata con l’editor è nata l’idea della raccolta. Il risultato è un’opera composta da storie, interviste e testimonianze a cui hanno lavorato più di venti persone, con la partecipazione anche di scuole da Treviso e da Martina Franca. Con ancor più orgoglio voglio dire che si tratta di persone under 35 e per la maggior parte donne".

Alla regia insieme ad Alessia c’è anche Francesco Trotta, codirettore di Cosa Vostra, anche lui come Pacini impegnato nelle operazioni di raccolta, rilettura e raccordo finale, con un lavoro a monte che ha previsto una ricerca accurata di famiglie che avessero subito un lutto legato alla mafia. "Abbiamo conosciuto storie toccanti ed emozionanti – prosegue Alessia -, tra queste c’è certamente quella di Chiara Frazzetto. Durante un’intervista mi raccontò del giorno in cui il padre e il fratello vennero uccisi nel negozio di famiglia. La madre dopo poco si uccise e lei si trovò a soli 20 anni a gestire una situazione così dolorosa e difficile in completa solitudine. Quando entri in contatto di persona con questi trascorsi, nella voce di queste persone senti tutta l’emozione e non puoi non farla un po’ tua".

Non c’è forse l’impressione che di mafia oggi si parli un po’ meno? "La lotta alle mafie si fa ogni giorno. Può sembrare silente, ma c’è e va avanti con convinzione grazie alle tante associazioni che lavorano per ripristinare e diffondere la legalità. Sentiamo nostra questa missione: raccontare, raccontare e raccontare ancora e far arrivare le storie di mafia a un pubblico sempre più vasto". La speranza per Cosa Vostra è che questo nuovo nato abbia un seguito, un ‘volume 2’, "perché non ci sono vittime di serie A e vittime di serie B. In attesa di tornare a onorare il nostro impegno anche nelle scuole, ma in generale su tutto il territorio, resta ferma la nostra volontà e il nostro impegno a diffondere tra i giovani e gli adulti un sempre più forte impegno civico".

linda meoni