
Franco Ballerini
Pistoia, 19 giugno 2015 - Un anno di reclusione per l’organizzatore del rally in cui perse la vita, il 7 marzo 2010, l’ex ct della Nazionale di ciclismo, Franco Ballerini, un anno per l’ex presidente Csai dell’Aci e sei mesi per gli altri dirigenti. Queste le condanne richieste ieri mattina, davanti al giudice per le udienze preliminari Alessandro Buzzegoli, dal pm Luigi Boccia.
L’accordo sul possibile risarcimento danni da parte dell’Aci alla famiglia di Franco Ballerini, morto tragicamente nell’incidente avvenuto durante il rally Ronde di Larciano a Casalvento, non è stato trovato.
E così ieri mattina i difensori delle parti civili e quelli degli imputati hanno ripercorso, davanti al giudice per le udienze preliminari Alessandro Buzzegoli e al pm titolare delle indagini, Luigi Boccia, i punti fondamentali della vicenda e quelli emersi dalle perizie tecniche. La super-perizia, disposta dal giudice Buzzegoli, lo ricordiamo, aveva sancito che Franco Ballerini sarebbe morto perché il becco del collare Hans (che era a norma) gli ha provocato la frattura della base cranica; ma anche che il collare era stato indossato male, con le cinture sopra anziché sotto il collare e che le stesse cinture erano troppo lunghe per l’abitacolo della macchina da rally, per un dispositivo nato per la Formula Uno.
L’udienza, nell’aula gup del Tribunale di Pistoia, è durata più di cinque ore, dalle 9 alle 14.
Presenti i legali della famiglia Ballerini, l’avvocato Andrea Mitresi del foro di Pistoia, che rappresenta uno dei due figli dell’ex ct, Gianmarco Ballerini, e l’avvocato Andrea Niccolai, che difende la moglie Sabrina e il figlio minore Matteo. Al termine, il pubblico ministero Luigi Boccia ha chiesto la condanna a un anno per Riccardo Heinen, organizzatore del rally, il Ronde di Larciano, difeso dall’avvocato Francesca Vanni, del foro di Pistoia, e la stessa pena per Angelo Sticchi Damiani, ex presidente Csai (la Commissione Sportiva Automobilistica Italiana) dell’Aci, difeso dall’avvocato Riccardo Giannuzzi, del foro di Lecce, che rappresenta anche gli altri sei dirigenti, per i quali il pubblico ministero ha chiesto sei mesi.
Alle richieste del pm si sono associate le parti civili. I difensori degli imputati hanno chiesto l’assoluzione «perché il fatto non sussiste».
«Il collare Hans – ha spiegato al termine dell’udienza l’avvocato Giannuzzi – in questa vicenda ha avuto un ruolo marginale. Il fatto è che le cinture erano lente e hanno permesso il movimento del corpo, oltre ovviamente alla manovra sbagliata dal pilota (Ballerini era seduto al posto del co-pilota, ndr)».
«Il mio assistito – ha spiegato l’avvocato Francesca Vanni, che difende Riccardo Heinen – non ha violato il regolamento né è stato negligente».
Il processo riprende il 16 luglio per le repliche del pubblico ministero, e in quel giorno potrebbe arrivare la sentenza del giudice Buzzegoli.
Martina Vacca