Agliana (Pistoia), 9 gennaio 2024 – L’allarme lo hanno dato i vicini di casa, all’alba di ieri, perché hanno visto le fiamme dalle finestre. Ed era un corpo umano quello che bruciava, un corpo a terra, nel piazzale cementato dove i residenti parcheggiano, a poche decine di metri dalle scale d’ingresso della villetta trifamiliare. Hanno chiamato tutti, dai vigili del fuoco, al 118, ai carabinieri. Ma quando le squadre sono arrivate sul posto per quella persona non c’era più niente da fare.
Erano trascorse da poco le sei del mattino e nel piazzale del caseggiato, alla Ferruccia, c’era un corpo riverso a terra, ormai senza vita, parzialmente carbonizzato. Quel corpo apparteneva a un uomo che lavorava come tecnico in un’azienda tessile di Prato.
Per gli inquirenti dell’Arma si è aperta fin da subito una strada a due uscite investigative: una che potrebbe accreditare il suicidio, pur con modalità orribili per chiunque decida di rinunciare alla vita, affrontando le indicibili sofferenze provocate dalle ustioni, e l’altra che potrebbe invece far pensare a un brutale omicidio, dove il fuoco potrebbe aver avuto il compito di distruggere il cadavere e con questo eventuali altre tracce. Due ipotesi completamente aperte ed entrambe prese in considerazione da chi indaga.
Il corpo è stato ritrovato non lontano dall’abitazione dell’uomo. Dalla Ferruccia di Agliana ci si arriva imboccando la via Ponte dei Baldi, sull’Ombrone, e percorrendo tutta la strada fino ad arrivare in prossimità della Brana dove si trovano le abitazioni. Siamo quindi nella piena campagna della Piana, in mezzo ai vivai, e l’abitazione, una villetta trifamiliare, è in prossimità della Brana e del Ponte di Berlicche. Le altre case che si trovano in quella distesa, sono isolate le une dalle altre.
Sono arrivati subito il procuratore capo della Repubblica di Pistoia, Tommaso Coletta e il sostituto procuratore Leonardo De Gaudio cui è affidata la direzione delle indagini.
Un sopralluogo, quello dei due magistrati, che è durato fino alla tarda mattinata. Gli accertamenti tecnici, che si sono protratti per tutto il giorno e che proseguiranno anche oggi, sono stati svolti dalla squadra di polizia scientifica dell’Arma e dal Nucleo Investigativo dei carabinieri del Comando Provinciale.
Un primo esame del corpo è stato eseguito sul posto, ieri mattina, dal medico legale. Il cadavere appariva parzialmente carbonizzato, in particolare sul lato sinistro del corpo. Indossava indumenti sintetici, come una tuta, o un pigiama.
E’ stato rilevato un trauma sulla sommità della testa. Una ferita che, secondo il medico legale, potrebbe avere una doppia origine: potrebbe essere la conseguenza della combustione del corpo oppure potrebbe essere stata inferta da qualcuno.
Le domande a cui rispondere sono molte e alcune fondamentali. E le risposte potranno arrivare soltanto dall’autopsia che sarà eseguita questo pomeriggio dal medico legale Ilaria Marradi e dal dottor Walter Calugi. Alla dottoressa Marradi la Procura porrà una serie di quesiti che indirizzeranno le indagini in un senso o nell’altro.
Il primo quesito sarà, con tutta probabilità, quello di accertare le cause della morte, se questa è stata diretta conseguenza dell’incendio del corpo o se questo sia stato successivo alla morte.
Al medico si chiederà, ci immaginiamo, di chiarire la natura di quella ferita sulla calotta cranica e se si sia trattato o meno di un trauma mortale e inferto da terzi. Da un primo accertamento, il tragico evento verrebbe fatto risalire alle primissime ore della notte, i vicini avrebbero quindi assistito soltanto all’ultima fase di questa tragedia, quando hanno visto le fiamme e hanno dato l’allarme.
Poi ci sono le altre domande, più strettamente di natura investigativa: perché l’uomo è uscito di casa nel cuore della notte? Aveva un appuntamento con qualcuno? La vita dell’uomo è stata in parte già scandagliata e sarebbe pulita.
I carabinieri ieri hanno setacciato la zona palmo a palmo alla ricerca di ogni traccia utile. Hanno controllato tutta la parte esterna dell’abitazione e i dintorni. Hanno vuotato i contenitori della spazzatura.
Hanno controllato l’interno dell’abitazione alla ricerca di elementi utili ad avvalorare, in questo caso, l’ipotesi del gesto estremo come la presenza di una lettera, di un biglietto o di un "acceleratore", come si dice in gergo tecnico, ovvero benzina, o altro liquido infiammabile. Non sappiamo, al momento, se questi elementi siano stati o meno trovati dai carabinieri.
Ma ciò che rende perplessi gli investigatori è l’assenza di qualsiasi traccia di innesco non soltanto nelle immediate vicinanze del cadavere, ma anche nei dintorni. Niente è stato trovato nei pochi metri che separano l’ingresso dell’abitazione (una villetta trifamiliare dove abitano anche altre famiglie) e niente è stato trovato nei dintorni. Nè accendini, nè fiammiferi, nè taniche di sostanze infiammabili.
Sembra che sotto le scarpe dell’uomo ci fosse della terra, mentre il parcheggio dove è stato rinvenuto il suo corpo è pavimentato. L’appuntamento era altrove e poi il corpo è stato portato lì? Un’ altra possibile domanda in attesa di una possibile risposta.