ANDREA NANNINI
Cronaca

Kiwi, un amore lungo vent’anni. Addio del paese al canino delle nevi

Era il beniamino di tutta la comunità, amatissimo anche dai villeggianti ad Abetone. Ha saputo donare tanto affetto. Era in grado di percorrere fino a cinquanta chilometri al giorno e poi tornare, ogni sera, a casa

Una bellissima immagine di Kiwi: la neve era la sua grande passione, saliva sui tetti insieme agli spalatori e sotto la neve seppelliva anche gli ossi

Una bellissima immagine di Kiwi: la neve era la sua grande passione, saliva sui tetti insieme agli spalatori e sotto la neve seppelliva anche gli ossi

Abetone (Pistoia), 17 agosto 2024 – Quella di Kiwi non è una storia normale e la sua morte ha colpito tutta la comunità dell’Abetone perché con Kiwi se ne va un’epoca, peraltro durata a lungo e con reciproca gioia. Non è così frequente che un cane raggiunga l’età di venti anni. Lui non era un cane normale, anzi, aveva tutto il necessario per essere considerato speciale. Lo si trovava padrone della piazza dell’Abetone da vent’anni a questa parte, cioè da quando i suoi proprietari, Fabio e Simonetta lo avevano preso all’età di tre mesi, regalandogli una vita passata a 1400 metri, probabilmente senza vedere mai un guinzaglio. Si perché Kiwi aveva una casa e degli umani che lui amava e che si occupavano di lui, ma non per questo aveva rinunciato alla sua autonomia.

Era un gran camminatore, anche più volte al giorno, se ne andava al vicino paese de Le Regine, per poi tornare all’Abetone per scendere a Faidello e poi nuovamente all’Abetone, percorrendo anche 50 chilometri al giorno, per tornare la sera alla sua abitazione, davanti alle piramidi. Nella bella stagione accoglieva i turisti scodinzolando, quasi un augurio di bene arrivati, nella stagione della neve andava dietro agli spalatori, salendo con loro anche sui tetti, a godersi lo spettacolo mentre le turbine toglievano la coltre.

Kiwi viaggiava allegramente in gronda, facilitato dal fatto di essere un cane leggero, probabilmente meno di dodici chili. Se d’inverno il macellaio gli dava un osso, lo andava a seppellire sotto la neve, in un luogo noto solo a lui e lo tornava a prendere, magari dopo qualche giorno quando ne aveva voglia, e anche quando fuori faceva freddo e il riscaldamento acceso lo infastidiva andava a dormire nella neve alta.

Era talmente amato anche dai villeggianti, che una famiglia di turisti inglesi, dopo averlo coccolato nel periodo della permanenza, ha chiesto ai proprietari di poter lasciare qualche denaro perché venisse un poco viziato durante la loro assenza. Kiwi entrava normalmente nei negozi, guardava, controllava, non chiedeva nulla, nel caso accettava una carezza, a volte nemmeno quella, poi ripartiva nel suo peregrinare. Se possibile usare una categoria umana si potrebbe dire che amava tutti ma si faceva gli affari propri. Attento nell’attraversare la strada ha vissuto in assoluta libertà. Pochi giorni fa è salito sul ponte dell’arcobaleno, lasciando in tutto il paese un vuoto enorme. Adesso probabilmente guarda l’Abetone, e scodinzola a tutti.

Andrea Nannini