Le Piastre (Pistoia), 31 ottobre 2024 – Non avrà perso le staffe come nel celebre, per certi versi analogo, caso-social di via Brombeis, ma Claudio Corsini, piastrese doc ma non per questo mentitore a casaccio, si dice perplesso. Ragionevolmente, quando ha ricevuto la busta verde, annunciatrice nefasta degli atti giudiziari, probabilmente più sgraditi agli italiani, quelli recanti le contravvenzioni per infrazioni al codice stradale, qualche improperio lo ha lanciato. I fatti lasciano a interpretazioni diverse, ma quella che trionfa è l’incredulità per una vicenda che di logico ha veramente poco. Veniamo ai fatti: al nostro protagonista, proprietario di un ciclomotore Ape Piaggio 50 cc, viene contestato – con fantasiosa punteggiatura – di aver guidato il mezzo nel centro di Napoli, più precisamente in via dei Tribunali, senza casco e per giunta con un passeggero a bordo anche questo senza casco. Fin qui la cosa potrebbe anche avere un senso, salvo prendere nota che il mezzo incriminato è parcheggiato a Le Piastre e il viaggio di andata per Napoli sarebbe durato, senza mangiare ne riposare, minuto più minuto meno, una dozzina di ore che, nello scomodo sedile dell’Ape sarebbero sembrate un’eternità: sommando a queste quelle del viaggio di ritorno, diventa un’avventura troppo lunga per essere credibile. Certo il viaggio si sarebbe potuto fare in più tappe: ma resterebbe difficile capire il senso di un viaggio degno della fantasia di Jules Verne, solo per provare l’emozione di percorrere via dei Tribunali a Napoli e spendere 132 euro in sanzioni perdendo anche 5 punti dalla patente.
Ma non è finita qui. Se poi l’avventuroso Corsini non comunicherà il nome della persona alla guida, si aggiungerà una ulteriore sanzione da 291 euro. Una situazione kafkiana. Tant’è che viene da pensare, per riderci sopra, che l’astuto piastrese si è costruito una storia surreale per partecipare alla tenzone agostana nella capitale mondiale della bugia, approfittando dell’involontaria collaborazione di due agenti del Comune di Napoli. Le spiegazioni logiche ci sono sicuramente: da un errore nella trascrizione alla clonazione della targa e via ipotizzando. Quello che mancano sono le spiegazioni istituzionali, vista la mancata risposta del Comune partenopeo alla richiesta di annullamento da parte di Corsini, che ha immediatamente contestato l’infrazione inviando un documento in autotutela corredato da libretto di circolazione e documento d’identità del proprietario. Forse però, nel regno immacolato della burocrazia più perfida, avrebbe dovuto utilizzare una diversa modalità. Però alla fine la domanda vera è: visto che il signor Corsini e il suo mezzo a Napoli non c’erano, com’è possibile che abbia preso forma questa bizzarria?